Il Mediterraneo profondo si sta riscaldando piu' velocemente degli altri mari ed il fenomeno piu' preoccupante e' forse l'alterazione dello scambio di nutrienti che avviene tra masse d'acqua profonde e superficiali. La perdita di biodiversita' che ne deriva e' preoccupante dato che gli oceani forniscono globalmente il 16% di proteine utilizzate in alimentazione umana e ''rendono' il 63% del valore finanziario dei servizi forniti dagli ecosistemi.
Lo evidenzia il WWF che oggi ha presentato un dossier contenente le linee guida ''per una strategia nazionale di mitigazione e adattamento'' ai cambiamenti climiatici.
Il riscaldamento del Mediterraneo - denuncia l'associazione del Panda - ha gia' comportato cambiamenti in termini di biodiversita': specie migrate a nord, ingresso di specie esotiche legate anche ai fenomeni di bloom tossici di alghe, , etc. 2-3 gradi C* come aumento anomalo e prolungato delle temperature estive hanno indotto nei fondali una mortalita' massiva su 28 specie di invertebrati, principalmente quelle cosiddette bentoniche (spugne, gorgonie).
E' necessario, dunque, ''creare un network di aree marine protette, estendere la protezione dei sistemi costieri a quelli profondi del Mediterraneo (es. i coralli di profondita'), sostenere pratiche di pesca sostenibile.
Infine, intervenire sui sistemi di acqua dolce, a rischio perenne di esondazioni calamitose e con livelli scadenti di qualita' delle acque e prelievi esorbitanti di risorsa idrica per usi spesso sconsiderati. Sicurezza idraulica e rinaturalizzazione non sono in conflitto''. ''Investire risorse, ad esempio, per ricostruire gli spazi naturali di esondazione dei fiumi, o conservare quei tratti naturali ancora integri'' sono solo alcune delle azioni proposte dal Comitato di scienziati che ha curato il Dossier, che sottolinea l'urgenza di gestire i nostri fiumi come ''sistemi piu' complessi, ovvero, su scala di bacino idrografico.
Il caso del Po e' esemplare: le prolungate siccita' le modificazioni delle precipitazioni e dei tassi di evaporazione, l'erosione delle risorse idriche, l'intensificazione della piena catastrofica che si stanno verificando sono da ricondursi, secondo studi recenti, all'elevata artificializzazione del nostro fiume piu' importante''.
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