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mercoledì 29 aprile 2009

DustCart ROBOT: In Italia il primo robot-spazzino


Nel metro e mezzo di altezza e 77 centimetri di larghezza si nasconde un mix di tecnologie: un sistema di navigazione satellitare, un altro basato su ultrasuoni e ancora sistemi laser e una miriade di sensori e meccanismi elettronici e meccanici. Il tutto costruito e assemblato con uno scopo: raccogliere la spazzatura. Il primo robot spazzino sarà sperimentato in Italia da sabato 9 maggio a Pontedera, in provincia di Pisa.

L’automa si chiama DustCart ed è stato realizzato dall’Atr (Advanced Telecommunications Research Institute International), uno dei più prestigiosi laboratori di ricerca giapponesi e dalla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. Il robot spazzino per ora ha un’autonomia di 24 chilometri e una velocità di 16 ed è utile per la raccolta di spazzatura «porta a porta» soprattutto nei piccoli centri storici e nei centri commerciali. Il funzionamento è semplicissimo. L’utente forma un numero al cellulare, inserisce via e numero civico, e il robottino raggiunge l’appuntamento. A questo punto si inserisce il sacco della spazzatura nel ventre dell’automa che può ospitare sino a 30 chili di materiale. Una delle peculiarità della macchina è la possibilità di fare raccolta differenziata: sfiorando lo schermo sensibile al tocco, infatti, si può selezionare la tipologia di rifiuti (vetro, plastica, carta e altro) e dare la possibilità al robot di raggiungere appositi contenitori.

La sperimentazione di DustCart si svolgerà nelle zone pedonali dei Comuni di Pontedera, Peccioli e Massa (Massa Carrara) e all’estero a Örebro (Svezia) e a Bilbao (Spagna). I primi risultati di laboratori hanno dato un esito positivo. Tecnicamente il robot funziona bene e individua con accuratezza ostacoli e indirizzi. Questo avviene grazie a un innovativo sistema di ultrasuoni e di segnalatori che debbono essere istallati nelle zone operative. Anche il Gps e gli altri sensori compiono il loro dovere egregiamente.

Non mancano però i problemi. Perché passare da un ambiente tutto sommato «protetto» (laboratori, zone di sperimentazione) a quello di una città può trasformarsi per l’automa in una giungla. Per una corretta raccolta di rifiuti è dunque indispensabile avere una rete di robot che, se pur efficienti, hanno bisogno di manutenzione e soprattutto di controllo. E questo vale soprattutto nei Paesi occidentali dove gli episodi di vandalismo sono purtroppo all’ordine del giorno. Anche i costi di produzione avranno un peso. L’impressione è che i netturbini in carne e ossa potranno dormire sonni tranquilli almeno per qualche altro anno. Wall-e, l’automa spazzino della Disney e della Pixar premiato con l’Oscar, resterà ancora un'icona dell’immaginario cinematografico.

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