L'Organizzazione mondiale della Sanita' ha elevato da 3 a 4 la fase di allerta pandemica per l'influenza da suini. Lo hanno reso noto fonti della stessa Oms a Ginevra. Il nuovo livello comporta il riconoscimento di un rischio significativo di pandemia ma non la certezza che questo sviluppo stia effettivamente per verificarsi. Nella fase 4 il virus compie un passo in avanti nella capacita' di scatenare una pandemia, ma non ne indica ancora l'arrivo.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di innalzare al quarto dei sei livelli l'allerta per il rischio di pandemia, dopo avere verificato che il virus mutante della febbre suina A/H1N1 si trasmette direttamente fra esseri umani: lo hanno reso noto fonti della Sanità messicana.
Nuovi casi di contagio in Scozia
Le autorità scozzesi hanno confermato l'esistenza di due casi di febbre suina, i primi nel Regno Unito. Questi si vanno ad aggiungere al primo episodio di contagio registrato in Spagna.
Fazio: «Pronti gli antivirali»
È possibile che il virus dell'influenza suina arrivi in Italia ma il Paese è pronto a riceverlo perchè ci sono ampie scorte di antivirali. È quanto assicura il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio intervistato dal Tg5. «Prima o poi è possibile che arrivi il virus in Italia - ha detto Fazio -. Noi siamo da tempo pronti a riceverlo, insieme agli altri paesi dell'Unione Europea con cui da tempo abbiamo stilato dei piani per le pandemie. Si pensava che fosse una pandemia del virus dell'aviaria invece è un virus diverso. Ma siamo pronti - ha ribadito - abbiamo le scorte, così come le hanno gli altri paesi dell'Unione Europea con cui comunichiamo giornalmente». Il sottosegretario ha anche annunciato che giovedì sarà a Bruxelles per un incontro con i ministri Ue. Sulle scorte di antivirali, Fazio ha poi rassicurato: «Abbiamo disponibili 40 milioni di dosi di antivirali». Il ministro del Welfare con delega alla Salute riferirà sulla situazione in Senato, alle 16 e 30 di martedì 28 aprile.
Messico: 149 morti
I decessi collegati all'epidemia di febbre suina in Messico (il paese dove è partita l'influenza) sono saliti a 149 rispetto ai 120 di domenica sera. Lo ha annunciato il ministro della Sanità messicano, José Angel Cordova, in un briefing, precisando che i decessi accertati al 100% restano 20 e che il Governo sta facendo il possibile per accelerare le procedure di identificazione del virus. In tutto, sono 1.995 le persone che presentano i sintomi dell'influenza, 776 sono ricoverate e 1.070 sono state dimesse. Il Ministro ha confermato che le scuole resteranno chiuse fino al 6 maggio e che la misura é stata estesa a tutto il paese. Il sindaco di Città del Messico ha annunciato pochi minuti fa che si sta pensando di chiudere la capitale messicana per evitare ulteriori contagi.
New York: i contagi potrebbero salire a 100
Intanto il sindacodi New York, Michael Bloomberg, nel corso del briefing anche precisato che il numero dei casi accertati di febbre suina a New York potrebbe salire a 100 a causa dell'esposizione degli studenti dell'istituto scolastico nei Queens, dove si concentrano i casi. In tutti gli Stati Uniti, solo una persona resta ospitalizzata, gli altri pazienti sono stati dimessi. Oltre a New York, gli altri Stati che hanno registrato casi di influenza suina sono Ohio, Kansas, Texas e California. Il Governo Usa procederà a breve alla distribuzione di 11 milioni di kit antivirali con i medicinali Tamiflu (La Roche) e Relenza (Glaxo SmithKline) che hanno effetti su questo tipo di virus. In totale, il Governo Usa dispone di uno stock di 50 milioni di preparati anti-influenza virale.
Clinton: «Cautela per chi viaggia in Messico»
Il Dipartimento di Stato americano sta lavorando con le altre agenzie nazionali e quelle internazionali per contrastare il dilagare della febbre suina ed invita alla prudenza gli americani che sono in procinto di effettuare viaggi. A sottolinearlo è stato il segretario di Stato Hillary Clinton, precisando che «sul sito web è stato pubblicato un avviso in cui si esorta alla cautela coloro che hanno pianificato un viaggio». Al momento tuttavia il Dipartimento di Stato non ha diffuso uno specifico avviso sui viaggi in Messico o in altre zone. l Dipartimento di Stato lavora in stretto coordinamento con le altre agenzie del paese, tra cui i Centers for Disease Control and Prevention ed il Dipartimento per la sicurezza del territorio nazionale: «Trattiamo la cosa con estrema serietá e lavoriamo anche in collaborazione con l'Oms...per cercare di sviluppare una strategia che prevenga la diffusione di questa forma di influenza suina». La Clinton ha reso noto che gli Stati Uniti hanno offerto aiuti ed assistenza al governo del Messico per assicurarsi che abbiano le risorse e i mezzi tecnici di cui hanno bisogno.
Ue: evitare allarmismi
I ministri hanno anche invitato ad evitare «inutili allarmismi», come ha spiegato l'italiano Franco Frattini, invitando la Commissione europea alla «massima trasparenza e informazione» verso i cittadini. Più preoccupati sono apparsi invece il commissario Ue alla Salute, Androulla Vassiliou, e i tecnici dei suoi servizi (la Direzione generale Salute e Consumatori, Dg Sanco). I motivi d'inquietudine ci sono e non sono di poco conto, hanno spiegato gli esperti durante un «briefing» con i cronisti a Bruxelles, mentre il loro commissario spiegava la situazione ai ministri a Lussemburgo, e consigliava all'opinione pubblica europea di evitare viaggi nelle aree colpite.
Accertato il contagio da uomo a uomo
Innanzitutto, preoccupa il fatto che si tratti non di un agente patogeno di una malattia dei maiali, nonostante il nome, ma in realtà, e a pieno titolo, di un nuovo virus dell'influenza umana. Un virus che, mutando, ha acquisito «spezzoni» del Dna virale sia dell'influenza suina che di quella umana e aviaria; ma, soprattutto, che sembra sia in grado di trasmettersi da persona a persona, e non solo dall'animale all'uomo. Lo dimostra il fatto che negli Usa le persone che hanno contratto l'influenza suina non avevano avuto contatti con alcun maiale, e che il vrus stesso non sia ancora mai stato individuato sui suini. «È nuovo, e si sta diffondendo rapidamente» ha sintetizzato uno degli esperti della Commissione.
Le analogie con la «spagnola»
Preoccupa molto, soprattutto, il fatto che in Messico molte delle persone decedute (soprattutto di polmonite) per aver contratto il virus siano giovani. Questa circostanza rievoca la sinistra memoria della Spagnola, un virus di derivazione dell'influenza aviaria H5N1 che nel 1918 uccise più giovani della Prima guerra mondiale, facendo fra venti e quaranta milioni di vittime. La normale influenza stagionale può essere letale per i soggetti più deboli, e fa circa 25.000 vittime all'anno fra anziani e malati nell'Ue. Ma qual'è la soglia di decessi a partire dalla quale si lascia il campo della normalità e si entra nel rischio di pandemia? «È preoccupante il superamento delle 10.000 vittime in un grande paese, come la Germania», ha risposto uno degli esperti della Commissione
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