Saranno i bambini a pagare lo scotto maggiore per le conseguenze dei cambiamenti climatici nei prossimi dieci anni. Secondo un nuovo studio dell’americana Mount Sinai School of Medicine con sede a New York, i cui risultati sono da poco stati presentati in anteprima al meeting annuale delle società accademiche pediatriche di Baltimora, in Usa, aumenterà il numero dei bambini che verranno ricoverati in ospedale a causa di malattie respiratorie dovute ai problemi innescati dai cambiamenti climatici nel corso del prossimo decennio. La ricerca, svolta in collaborazione con il Natural Resources Defense Council e la Columbia University Mailman School of Public Health, ha quindi trovato una relazione diretta tra l’inquinamento atmosferico e la salute dei bambini.
Una delle più importanti conseguenze dei cambiamenti climatici da qui ai prossimi anni, sarà l’aumento della quantità di ozono al suolo. L’ozono ha molti effetti negativi noti sulla respirazione, ai quali i bambini sono particolarmente vulnerabili. Per questo studio la dottoressa Perry Elizabeth Sheffield e i suoi colleghi hanno creato un modello che descrive la proiezione dei futuri tassi di ospedalizzazione legata a problemi respiratori dei bambini di età inferiore ai due anni, usando come base di partenza i dati disponibili per l’area metropolitana di New York. Comparando i dati dei ricoveri attuali con una relazione precedentemente svillupata tra i livelli di ozono e i ricoveri per problemi respiratori pediatrici, tenendo conto dei livelli massimi di concentrazione di ozono attesi per il 2020. Nello scenario così disegnato dagli studiosi, che si basano su proiezioni sull’aumento della concentrazione di ozono nell’aria fornite dal NY Climate and Health project, i livelli di ozono salgono nel 2020 e i ricoveri sono destinati a salire tra il 4 e il 7 per cento per i bambini sotto i due anni.
“La nostra ricerca”, commenta Sheffield, “è importante perché mostra che noi come paese dobbiamo implementare delle politiche per il miglioramento della qualità dell’aria e prevenire i cambiamenti climatici, perché questo può migliorare la salute oggi ed evitare malattie respiratorie più gravi in futuro”. “I risultati dello studio vanno a supporto della necessità di migliorare a qualità dell’aria in tutto il mondo”, aggiunge Philip Landrigan, co-autore e professore di Medicina Preventiva e direttore del centro pediatrico di salute ambientale della Mount Sinai School of Medicine. “Dobbiamo cominciare a mettere in atto questi miglioramenti attraverso i controlli delle emissioni industriali e con politiche di riduzione del traffico che siano sostenute da sanzioni per far rispettare le regole”.
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