NO AL NUCLEARE ESISTONO LE FONTI RINNOVABILI. AMBIENTE,NATURA,DIFESA DEL PIANETA. SALUTE
martedì 11 agosto 2009
Aborigeni: vogliono lo sviluppo industriale
Diritti contro diritti. Difesa dell’ambiente contro sviluppo. Ecologisti contro aborigeni. Come l’India e la Cina che resistono ai tagli delle emissioni inquinanti in nome della crescita economica, così a Cape York, penisola ancora incontaminata nel nord dell’Australia, le popolazioni indigene dicono «no» alle riserve protette per tutelare la loro emancipazione.
Nei 14 milioni di ettari di foreste, savane e mangrovie nello stato del Queensland, una legge del 2005 — il Wild Rivers Act — consente di limitare ogni attività industriale e agricola in prossimità di specifici corsi d’acqua. Solo tre, fino all’aprile di quest’anno. Ma adesso gli ambientalisti dell’organizzazione australiana «Wilderness Society» vogliono trasformare in zone protette i bacini di altri dieci fiumi. «Se questo avverrà, lo sviluppo sarà impedito nell’80% delle terre» protestano gli aborigeni di Cape York, una comunità di circa 8 mila persone, la maggioranza della popolazione. Sotto attacco anche il governo laburista del Queensland, accusato di sostenere il piano ecologista per compiacere i Verdi australiani. «Rispettando alcune condizioni, le attività come l’acquacoltura e l’allevamento potranno continuare» ha cercato di spegnere le polemiche il ministro dell’Ambiente.
Senza risultati: solo pochi giorni fa gli aborigeni hanno interrotto un galà degli ecologisti a suon di picchetti e travestimenti da koala. Il leader della protesta è l’avvocato Noel Pearson, impegnato fin dagli anni ’90 in difesa dei nativi. «Con dieci fiumi protetti, scompariranno anche le coltivazioni necessarie al sostentamento — spiega —. Vogliono condannarci ad aiuti sociali perpetui».
Nonostante le scuse ufficiali del premier laburista Kevin Rudd e le sue iniziative per ridurre le discriminazioni, gli aborigeni — il 2% della popolazione, riconosciuti cittadini australiani nel 1967 — vivono in condizioni di forte svantaggio rispetto al resto della popolazione. Secondo un rapporto diffuso due settimane fa dal Consiglio dei governi australiani, hanno una probabilità 13 volte maggiore di finire in prigione e 7 volte più alta che i loro bambini subiscano abusi. L’aspettativa di vita, inoltre, è di 17 anni inferiore rispetto ai bianchi.
Ammette questa condizione di «emarginazione» anche Ugo Fabietti, professore di Antropologia culturale alla Bicocca di Milano.
«Spesso non si tiene conto delle aspirazioni a nuovi standard di vita delle popolazioni indigene, ispirate dagli stessi modelli di tipo capitalistico degli ex colonizzatori» spiega il docente. Al punto di imitarne anche lo sfruttamento della natura: «È un paradosso della modernità — aggiunge —. Gli aborigeni finiscono per lottare contro gli ambientalisti, tra i gruppi più attivi, dagli anni ’70, nel sostenerne la causa agli occhi del mondo».
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