E' fissato a meta' novembre l'avvio della campagna di vaccinazione contro l'influenza A/H1N1 in Italia, rende noto il ministero del Welfare. La data e' stata decisa nella riunione del tavolo permanente delle cure primarie territoriali del 20 agosto scorso. Saranno circa 8,5 milioni le dosi a disposizione a partire dal 15 novembre. Nelle prima fase verranno vaccinati, Le ''persone di piu' di 6 mesi con malattie croniche, ledonne incinte, gli operatori sanitari e le categorie a rischio: medici generici, pediatri, personale delle Asl, operatori delle Poste.
La seconda fase della campagna scatterà a partire dal 31 gennaio 2010 con 16 milioni di dosi a disposizione. Il vaccino non sarà disponibile in farmacia.
La vaccinazione contro la nuova influenza prenderà il via in Italia il prossimo 15 novembre. La prima fase per mettere al tappeto il virus A/H1N1 «prevede l’immissione in circolazione di 8 mln di dosi, che saranno a disposizione a partire dal 15 novembre sino a tutto il mese di dicembre. Gli altri 16 mln di dosi del vaccino saranno disponibili a partire dal 31 gennaio in poi». Lo afferma, in una nota, Giuseppe Mele, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp).
La strategia è stata tracciata nella riunione del Tavolo permanente delle cure primarie territoriali del 20 agosto scorso, come rende noto il comunicato. «Il ritardo del picco - dichiara Mele - ha consentito anche di guadagnar tempo in attesa della produzione del vaccino specifico. L’offerta di tale vaccino è estremamente inferiore alla domanda. L’intenzione è quella di vaccinare il 40% della popolazione al di sotto dei 65 anni di età. La distribuzione a livello regionale terrà conto di tali percentuali ed avverrà sulla base dei criteri di popolazione residente».
«Il vaccino non sarà disponibile in farmacia - precisa Mele - Si è saputo inoltre che sarà privo di bugiardino e sarà multi dose, dieci dosi per fiala. Sarà un vaccino adiuvato con MS 59».
Innanzitutto la vaccinazione verrà destinata «gli addetti ai servizi essenziali e, tra questi - spiega Mele - personale sanitario e di assistenza dei servizi sanitari accreditati (resterà fuori da questa prima fase il personale delle strutture private), le strutture socio sanitarie (case di riposo, Rsa), il personale dei Distretti sanitari, almeno il 90% dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, i medici competenti, gli addetti ai servizi amministrativi di supporto, il personale delle Poste italiane e della Telecom. Per queste categorie si prevedono un milione e mezzo di dosi di vaccino».
Altre 7 mln di dosi verranno destinate alle persone «a rischio dai due ai 65 anni. Si è discusso ampiamente - spiega nella nota il presidente della Fimp - su quali siano le categorie a rischio. Il ministero emanerà una circolare esplicativa sulla base delle valutazioni emerse» nel corso del Tavolo di giovedì scorso. Intanto è allo studio «una scheda di registrazione unica per tutto il territorio nazionale».
Gli altri 16 mln di vaccini «saranno indirizzati specificatamente alla popolazione tra i due e i ventisette anni, comprendendo quindi la popolazione sana, con modalità che dovranno ancora definirsi. Si è infine convenuto - aggiunge Mele - sull’aumento del 20% dell’offerta attiva per la vaccinazione antinfluenzale stagionale classica, estendendola a una popolazione più ampia rispetto alle categorie previste negli anni precedenti».
ALLARME NEGLI USA - Sale la preoccupazione sull'esplodere con l'arrivo dell'autunno della pandemia di influenza A in Occidente. I primi a lanciare l'allarme sono gli Stati Uniti , secondo le cui autorità l'influenza A potrebbe contagiare metà della popolazione americana entro l’inverno, obbligando alle cure ospedaliere 1,8 milioni di persone e causando fino a 90 mila decessi, più del doppio di una normale influenza. Si tratta dello scenario tratteggiato lunedì, in un rapporto di 86 pagine, dal Council of Advisors on Science and Technology, lo staff scientifico della Casa Bianca, che ha elaborato tutte le ipotesi possibili in vista di una seconda ondata del virus nei prossimi mesi, per essere pronti al peggio. Fra le varie stime, gli esperti attendono che l’influenza torni negli Usa a metà ottobre, motivo per cui hanno incoraggiato ed esortato la produzione di vaccini, oltre che proporre la nomina di un supervisore alla Casa Bianca che possa coordinare le operazioni contro il virus. Lo scenario ipotizzato prende in considerazione le precedenti influenze pandemiche, analizzando anche il comportamento della nuova influenza registrato negli Stati Uniti durante la primavera e nell’emisfero sud del pianeta, dove si sta chiudendo in queste settimane la stagione influenzale. È la prima volta che gli esperti rilasciano ipotesi sul possibile impatto del virus negli Stati Uniti. Ad accusare i sintomi della prima influenza pandemica in 41 anni potrebbero essere fra i 60 e i 120 milioni di persone, più di metà delle quali potrebbero aver bisogno di cure mediche. Oltretutto, secondo il consiglio di esperti, durante le normali influenze stagionali la maggior parte dei decessi viene riscontrata fra gli anziani, mentre l’influenza suina potrebbe colpire su larga scala bambini e giovani.
L'AVVERTIMENTO - «Sarà una cosa seria», ha specificato Harold E. Varmus del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York, copresidente del consiglio presidenziale. «Non sono pronostici, ma è una possibilità concreta», ha spiegato Mark Lipsitch della Harvard School of Public Health, che ha aiutato a compilare il rapporto. «Le stime oltretutto non prendono in considerazione l’ipotesi che il virus muti in una forma più pericolosa. Non è l’influenza a cui eravamo abituati», ha dichiarato il segretario alla Salute Kathleen Sebelius che poi ha aggiunto: «Il virus H1N1 sarà una minaccia ancora più seria questo inverno. Non sapremo quanto sarà pericoloso finché non ci ritroveremo in mezzo, ma è molto probabile che infetterà molte più persone del normale». Gli esperti hanno comunque applaudito alla risposta del governo Usa, che ha speso quasi 2 miliardi di dollari per comprare circa 159 milioni di dosi di vaccino da cinque diverse case farmaceutiche, che però non saranno pronte prima di metà ottobre, quando è prevista la nuova ondata di influenza. Il rapporto raccomanda quindi di rendere disponibili almeno parte delle scorte già da metà settembre.
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