L’Italia non rischierà di restare indietro nella corsa ai vaccini. Non appena pronti, avrà diritto a ricevere le prime forniture secondo quanto è stabilito in un accordo sottoscritto nel 2005 da Francesco Storace, allora ministro della Salute. C’era la minaccia di un’altra pandemia, quella di origine aviaria e il governo italiano si assicurò un certo quantitativo di dosi del farmaco che sarebbe stato prodotto nel caso in cui la minaccia della «febbre dei polli» si fosse concretizzata. Tre milioni la cifra versata. «Fui aspramente attaccato dall’opposizione — ricorda Storace, oggi leader della Destra— Dissero che erano soldi buttati ». L’accordo venne chiuso con l’azienda Novartis e riguardava la pandemia in genere. Adesso che è arrivata quella vera l’Italia si trova in una posizione di vantaggio rispetto ai Paesi che non si sono premuniti.
Il viceministro al Welfare, Ferruccio Fazio ieri sera lo ha confermato al Tg1. Nella prima fase, a partire da metà novembre, saranno disponibili oltre 8 milioni di cicli. Per ciclo si intende una doppia dose visto che la profilassi prevede un’iniezione e poi una seconda a distanza di un mese. «Questa disponibilità — ha detto il viceministro — è stata sancita da un’ordinanza del Consiglio dei Ministri del 31 luglio che ha recepito la raccomandazione della nostra Unità di crisi di proteggere il 40% della nostra popolazione». Il programma verrà definito nella riunione del 2 settembre. Nella prima fase, che si conclude il 31 dicembre, la priorità spetta a malati con patologie croniche, personale sanitario e di servizi essenziali. Poi a gennaio la seconda fase, obiettivo bambini e giovani da 2 a 27 anni. Anche ieri i pediatri di base della Fimp hanno sostenuto la necessità di immunizzare sotto i 2 anni. Fazio però rimanda un’eventuale allargamento all’evidenza scientifica: «Non è certo che la vaccinazione funzioni, al di là degli effetti collaterali, e per questo si preferisce proteggere le persone che vivono con i bambini». Quattro multinazionali stanno lavorando sul farmaco. Oltre a Novartis, Sanofi, Glazo Smit Kline e Baxter. Una corsa. L’Organizzazione mondiale della sanità ha consegnato il ceppo virale da coltivare solo a giugno.
Il vaccino, oltre che prodotto, deve essere sperimentato e poi approvato dall’agenzia Emea che dovrà valutarne la sicurezza. Novartis, che ha impianti di produzione a Siena, ritiene che entro la metà di settembre la documentazione potrebbe essere a Bruxelles. I test clinici coinvolgono anche centri italiani. Per utilizzare il vaccino sui bambini bisognerebbe provarlo. Le difficoltà maggiori, fanno notare al Welfare, riguardano non tanto la disponibilità delle dosi quanto la distribuzione che deve avvenire in modo rapidissimo dal momento in cui i lotti escono dall’industria. Le Regioni hanno già individuato i centri di smistamento. Si tratta di grandi impianti frigoriferi. La curva dei contagi comincerà a salire a ottobre, in pieno periodo scolastico. Nello stesso mese viene avviata la campagna di vaccinazione per l’influenza stagionale, con un farmaco diverso, trivalente, cioè protettivo contro tre virus e non contro l’A H1N1, responsabile della pandemia. E’ raccomandato e offerto gratuitamente alle persone con patologie croniche gravi e agli anziani sopra i 65 anni. Finora i casi italiani di nuova influenza sono stati circa 1800. Secondo Fazio la situazione è sotto controllo.
1 commento:
grazie a storace allora!!!!
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