I posti di lavoro verdi nel settore dell'energia possono diventare 8 milioni a livello globale entro il 2030. Basta puntare su fonti rinnovabili ed efficienza energetica. E' quanto rivela il nuovo rapporto di Greenpeace ''Working for the Climate: Green Job [R]evolution'', realizzato in collaborazione con il Consiglio europeo per l'energia rinnovabile (EREC). I risultati del rapporto sono stati valutati positivamente dall'International Trade Union Confederation e, in Italia, da Guglielmo Epifani, Segretario Generale della Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL).
Oggi in Europa ci sono gia' 450 mila lavoratori nel settore delle energie rinnovabili, che ha un fatturato di oltre 40 miliardi di euro. Ma si tratta solo dell'inizio. Il rapporto Greenpeace/EREC, infatti, presenta un modello di sviluppo che mira a tagliare le emissioni nel settore energetico, raggiungendo maggiore occupazione rispetto a quella garantita dall'attuale dipendenza dal carbone, e senza ricorrere allo sviluppo del nucleare. Si dimostra cosi' che, scegliendo la Rivoluzione Energetica, l'industria delle rinnovabili potra' raggiungere 6,9 milioni di posti di lavoro entro il 2030, mentre 1,1 milioni di posti di lavoro potranno essere creati grazie all'efficienza energetica.
Piu' lavoratori e meno emissioni: e' questo l'uovo di Colombo presentato oggi dal rapporto ''Working for the Climate''. Passando da carbone e combustibili fossili a fonti rinnovabili, infatti, la Rivoluzione Energetica eviterebbe 10 miliardi di tonnellate di emissioni di CO2, mitigando cosi' i cambiamenti climatici. Inoltre, porterebbe alla creazione di 2,7 milioni di posti di lavoro in piu' rispetto allo scenario di riferimento dell'International Energy Agency, che - al contrario - prevede una perdita netta di mezzo milione di occupati da qui al 2030 per le innovazioni in campo minerario.
''I capi di governo hanno l'opportunita' e il dovere di affrontare la crisi climatica insieme a quella economica, investendo nelle rinnovabili e in efficienza energetica'', ha dichiarato Giuseppe Onufrio, Direttore Esecutivo di Greenpeace Italia. ''Per ogni attuale posto di lavoro nel settore del carbone la Rivoluzione Energetica creerebbe tre posti di lavoro nel settore delle rinnovabili. Abbiamo quindi davanti a noi una scelta: puntare sui lavori verdi e crescita occupazionale oppure su disoccupazione e collasso sociale e ambientale''.
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