Per la paura dell'Influenza A c'e' il rischio che gli italiani diventino fobici. Lo afferma Paola Vinciguerra, psicologa e psicoterapeuta, presidente dell'EURODAP, Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico.
''Ormai la paura e' diffusa - spiega Vinciguerra - anche se tutti i mezzi di comunicazione tendono a dare informazioni rassicuranti dicendo che tutto e' sotto controllo, che tutto e' pronto nel nostro Paese per affrontare il pericolo della pandemia, le risposte emotivo-comportamentali dei cittadini ci dimostrano che la paura sta dilagando. Lo dimostrano, per esempio, la fine delle scorte di disinfettanti nelle farmacie o il caso del funerale di Napoli disertato''.
''La paura suggerisce comportamenti distruttivi nell'illusione di proteggerci dal pericolo - afferma l'esperta anche direttore del centro UIAP, Unita' Italiana Attacchi di Panico, presso la clinica Paideia di Roma - e potra' indurre a mettere in atto comportamenti ossessivi nella ricerca dell'igiene, nell'evitare posti affollati.
Comportamenti che in forma di prevenzione vari esperti stanno consigliando di adottare, ma che in soggetti fortemente ansiosi possono acquisire una forma fobica-ossessiva. Tanti uomini e donne saranno ossessionati dalla paura di stringere la mano a qualcun altro, di frequentare esercizi pubblici per paura di toccare oggetti o persone che possano in qualche modo essere veicoli del virus. Metteranno in atto comportamenti ossessivi per proteggersi. Si chiuderanno sempre piu' in se stessi cambiando le loro abitudini di vita.
Saranno limitate le frequentazioni di luoghi affollati, mezzi pubblici, cinema, centri commerciali, palestre, meno incontri con amici, parenti. E questo puo' generare depressione e ansia''.
Secondo l'esperta ''l'atteggiamento da assumere deve essere diverso: la prima cosa che dobbiamo combattere e' questo convincimento mentale di essere in pericolo, ricordando che quello che ci protegge dalle malattie sono le nostre difese immunitarie, che sono tanto piu' alte quanto piu' siamo sereni. Sicuramente dobbiamo seguire i comportamenti suggeriti dall' OMS e dai medici ma renderli ossessivi non ci proteggera' di piu' ma deteriorera' unicamente la nostra qualita' di vita''.
La teca con il sangue di san Gennaro rimarrà senza il bacio dei suoi fedeli. Il prossimo 19 settembre, infatti, chi affollerà il duomo di Napoli in occasione della festività del santo patrono, non potrà manifestare così la sua fede verso il veneratissimo santo. La causa? L'influenza suina, o meglio, il pericolo di contagio. Una misura che arriva anche a seguito della prima morte italiana, presso l'ospedale Cotugno, causata proprio dal nuovo virus. Già adottata da alcuni anni, la misura precauzionale è stata confermata oggi nel corso di un incontro tra l’abate della Cappella del Tesoro, don Vincenzo De Gregorio, e il vice presidente della deputazione di San Gennaro, don Fabio Albertini dei Principi di Cimitile.
Ai fedeli l’ampolla viene mostrata e solo a richiesta viene posta sulla fronte. In genere viene offerta al bacio solo alle autorità presenti. Viene esposta poi per sette giorni successivi a quello della festa del santo patrono e mostrata al termine delle funzioni religiose presiedute a turno dai prelati del santo. La teca, solitamente custodita in cassaforte, viene esposta in occasione del "miracolo" di settembre, del "miracolo" di maggio e di quello di dicembre.
Da ottobre il bacio in un liceo della capitale sara' bandito per evitare il rischio del contagio dall'influenza A. E' un provvedimento previsto in una circolare che sara' diffusa nel liceo scientifico Newton di Roma nei primi giorni di scuola. 'Chiederemo di evitare le effusioni tra i ragazzi, come baci e abbracci: e' solo una forma di profilassi intelligente', ha detto il preside del liceo Mario Rusconi che e' anche vicepresidente dell'associazione nazionale presidi.
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