Nell'area del mediterraneo sono i bambini africani, tra i cinque e gli otto anni, a soffrire di piu' di patologie renali (sindromi nefrosiche secondarie, glomerulo nefriti). Lo riferisce il professor Guido Bellinghieri in uno studio sulle nefropatie nell'area mediterranea presentato oggi al Congresso di Bologna. ''La disponibilita' di dialisi e trapianto e' abbastanza variabile nei paesi africani che si affacciano sul mediterraneo, con delle percentuali che oscillano tra 30 a 186.5 per milione di popolazione (pmp)'', ha detto Bellinghieri che dirige l'Unita' operativa complessa di nefrologia e dialisi della Facolta' di medicina dell'Universita' degli studi di Messina.
E ha presentato in dettaglio le incidenze: in Algeria 78.5; in Egitto 129.3; in Libia 30; in Marocco 55.6; in Tunisia 186.5 per milione di popolazione. ''In questi territori - ha aggiunto - i servizi sono localizzati nei distretti urbani e poco accessibili pertanto alla popolazione meno abbiente e di livello culturale inferiore che vive nelle periferie. Il gap economico dei territori africani si rende maggiormente palese nel settore della terapia sostitutiva renale. L'obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre la prevalenza dei pazienti in dialisi a favore dei trapianti (sia da cadavere che da vivente)''.
Il nefrologo messinese ha passato poi in rassegna le altre aree del mediterraneo che, con i tre continenti (Europa-Africa-Asia), 21 nazioni e una popolazione di oltre 400 milioni di abitanti, presentano oltre alle differenze di ordine politico, economico, religioso, culturale un' offerta sanitaria molto diversificata.
''Tra i Paesi europei - ha specificato lo studioso - l'Italia, insieme alla Francia e alla Spagna presenta tassi simili di incidenza e prevalenza per quanto riguarda il trattamento emodialitico. La Spagna invece ha un maggior numero di donazioni e di conseguenza il numero dei trapianti effettuati in questo paese e' tra i piu' alti in Europa''.
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