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mercoledì 16 dicembre 2009
NicVaX,: Il vaccino anti tabacco . Ora si può smettere
ROMA — Per chi dice sempre, di ogni sigaretta: questa è l’ultima. Per chi ha provato senza successo quelle di plastica «a vapore», cerotti, liquirizia, manuali, yoga e ipnosi. Per chi proprio non ce la fa a smettere da solo, è in arrivo il vaccino anti-fumo. Lo sta brevettando l’azienda farmaceutica GlaxoSmitKline che ha già avviato gli studi di fase 3, ovvero quelli finali sull’uomo. Testando 1.600 pazienti tra i 18 e i 65 anni, che se ne accendono almeno dieci al giorno. E a cui il farmaco viene somministrato una volta al mese per sei mesi. Pare che funzioni anche con i fumatori incalliti. Se i risultati resteranno questi, il vaccino verrà commercializzato nel 2012.
Spenta l’ultima sigaretta, si accende una grande speranza. Quella di smettere di fumare. Come? Con un farmaco, anzi, con un vaccino ad hoc. Proprio come quello contro l’influenza. Una punturina fatta ogni tanto (ancora non si conosce la durata dell’antidoto) e il vizio del fumo si allontana assieme allo spauracchio di un tumore al polmone. Il fumo della bionda non ti attrae più – assicurano i ricercatori - semmai ti dà la nausea.
Agli scettici diciamo che è tutto vero. Le sperimentazioni sono avanzatissime e tra due anni, cioè nel 2012, sarà in commercio NicVaX, il primo vaccino anti-nicotina. I tempi stretti sembrano garantiti dalla stessa casa farmaceutica produttrice, la Glaxosmithkline. A ottobre 2009 sono stati infatti avviati due studi di fase 3 (ovvero la fase finale di sperimentazione sull’uomo), che interessano 1600 pazienti tra i 18 e i 65 anni, fumatori di almeno 10 sigarette al giorno. Il vaccino viene somministrato sei volte nel corso di sei mesi e si prevede che lo studio di fase finale sarà completato entro il 2011. Poi la commercializzazione sarà il passo finale. Le precedenti sperimentazioni hanno funzionato. Il farmaco era stato somministrato a 480 fumatori di oltre 24 sigarette al giorno che hanno smesso di fumare tra la 19ª e la 26ª dall’inizio del trattamento.
Il vaccino si basa su un sistema semplice: non potendo attaccare direttamente la dipendenza da fumo (che, ovviamente, non è un virus), questo farmaco stimola il sistema immunitario a produrre anticorpi in grado di legarsi alle proteine della nicotina, di fatto rendendole più grandi e pesanti e impedendo loro il passaggio nella stretta barriera emato-encefalica e l’ingresso nel cervello. Assumendo farmaco, in sostanza, la nicotina fumata entra in circolo nel corpo ma non riesce a raggiungere il cervello e a stimolare i neuroni a produrre dopamina e quindi sensazione di piacere, il meccanismo che normalmente crea dipendenza. Ma cosa ne pensano gli esperti italiani di questo vaccino? «Ha prodotto risultati molto incoraggianti – commenta Gianni Passalacqua, ricercatore all’università di Genova ed esperto di malattie dell’apparato respiratorio –. Inoltre l’idea del vaccino è rivoluzionaria, perché andrebbe a interrompere il circuito della dipendenza alla radice e si formerebbero anticorpi contro la nicotina. Non è nota ancora la durata dell’effetto ed è verosimile che non protegga all’infinito. Dunque si dovrà rifare con periodicità». Fumo e non solo. La ricerca Gsk, ha annunciato anche un vaccino contro il tumore polmonare non a piccole cellule, una forma di cancro che rappresenta circa l’80% dei 40mila nuovi casi di tumore polmonare. Nel 2012, invece, arriverà il vaccino contro la malaria, una malattia che oggi uccide 3mila persone al giorno.
Non si fida dei metodi artificiali Valeria Marini, convinta che basti la forza di volontà: «Sono contraria, in generale, ai vaccini. Non mi piace mettermi in circolo una sostanza chimica. Piuttosto proverei quelle scosse elettriche tipo agopuntura, dice che funzionano». Altruista, Max Giusti di Affari Tuoi : «Sono un consumatore moderato, per me non serve. Ma lo darei volentieri a mio padre che si fa 4 pacchetti al giorno. Basta non diventi obbligatorio, come la cintura di sicurezza, ognuno sia libero di scegliere». Arriva troppo tardi per lo scrittore Sandro Veronesi che ha smesso un mese fa. «Ho ancora tanta voglia di sigarette, ma non ci ricasco, sono sicuro, anche se non sono riuscito a dire basta per 35 anni. Comunque non credo che mi vaccinerei, il vizio del fumo non è mica un virus. Si rischia un pastrocchio psicologico, ti liberi dalla nicotina e ti crei un altro tipo di dipendenza. Allora tanto vale che continui col tabacco». Ci è ricaduto, invece, più volte, Gigi Proietti. «Che si sbrighino con questo benedetto vaccino, voglio smettere, fa malissimo, sono un peccatore pentito. Per il 2012 spero di non averne più bisogno, ho promesso che con l’anno nuovo... Certo dopo cena ti viene voglia... E senza nicotina di botto si resta nervosi... Ho provato a disintossicarmi con la pipa. Troppo laboriosa, dopo averla caricata e accesa ero così nervoso che per calmarmi ci voleva giusto una bella sigaretta».
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