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mercoledì 20 gennaio 2010
Ecco perchè il personale di sicurezza degli aeroporti non trova le armi
C’è un preciso motivo psicologico per il quale al personale di sicurezza degli aeroporti potrebbe sfuggire la rilevazione di armi portate dai viaggiatori: trovare un’arma è un evento estremamente raro, così che l’attenzione del personale di sicurezza non può mantenersi ad alti livelli. Lo indica un nuovo studio realizzato da due ricercatori americani, Jeremy Wolfe e Michael van Wert, rispettivamente di Cambridge e Boston, i quali hanno effettuato un esperimento finalizzato proprio a valutare la persistenza del livello di attenzione delle persone in relazione alla frequenza dell’evento cercato. «Sappiamo che se non lo trovi spesso, spesso non lo troverai, perché gli oggetti rari sfuggono» ha commentato Wolfe. «Questo vuol dire che se cerchi 20 pistole in un mucchio di 40 valige, ne troverai di più che se cercherai le stesse 20 pistole in un mucchio di 2mila valige».
RAGIONI EVOLUZIONISTICHE - L’esperimento, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Current Biology ha messo in luce un fenomeno psicologico che probabilmente ha radici evoluzionistiche. I nostri antenati, quando cercavano cibo nei boschi, aumentavano il livello di attenzione se iniziavano a trovare qualcosa da mangiare, mentre la loro attenzione deviava e si abbassava, quando non si trovava nulla. Un fenomeno simile accade ai medici che si occupano di screening. Un radiologo che legge le lastre delle mammografie effettuate all’interno di un programma di screening ha maggiori probabilità di vedersi sfuggire un nodulo che avrebbe dovuto rilevare, rispetto a un radiologo che esamina la stessa lastra di una paziente visitata al di fuori di un programma di screening, e questo proprio perché il primo si aspetta un numero molto basso di eventi.
È VERO ANCHE IL CONTRARIO - Poi è vero anche il contrario, come lo studio di Wolfe e Van Wert ha dimostrato, ossia che quando ci si aspetta un’alta frequenza di un evento, si finisce per vederlo anche quando non c’è. Per tentare di risolvere il problema, i due ricercatori americani ritengono che potrebbe essere utile sottoporre il personale di sicurezza degli aeroporti (o i radiologi, nel caso della mammografia) a una breve esercitazione all’inizio di ogni turno di lavoro che li rimetta, per così dire, in contatto anche visivo con l’oggetto cercato. Il limite, ovviamente, è che qualsiasi attività routinaria di formazione finisce rapidamente per perdere di efficacia e di significato, come sanno molto bene hostess e steward quando all’inizio di ogni volo ripetono all’infinito l’inutile messa in scena delle misure di sicurezza da adottare in caso si verificasse il rarissimo evento dell’atterraggio o dell’ammaraggio di emergenza. In ogni modo sono progettate ora nuove ricerche da parte dello stesso gruppo, che verranno realizzate direttamente all’interno degli aeroporti, dove i numeri dei viaggiatori e delle valige sono incredibilmente più elevati di quelli riproducibili in laboratorio.
fonte: corriere.it
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