l livello di attivazione della vitamina D potrebbe indicare la presenza di un rischio per il cuore: e' quanto emerge dallo studio pubblicato su The Pharmacogenomics Journal dai ricercatori della University of Michigan Medical School di Ann Arbor, negli Usa.
Durante la ricerca, condotta su 617 soggetti, e' emerso che le persone affette da ipertensione in cui l'attivazione della vitamina D era ridotta a causa di una variante del gene CYP27B1 correvano un rischio due volte maggiore di sviluppare l'insufficienza cardiaca congestizia.
''Questo studio - spiega Robert Simpson, ricercatore dell'Universita' del Michigan - dimostra l'esistenza di un legame genetico tra vitamina D e cardiopatie. Se le ricerche successive confermeranno questa associazione, in futuro potremo capire per tempo chi rischia di sviluppare l'insufficienza cardiaca e intervenire per rallentarne la progressione''.
Nessun commento:
Posta un commento