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venerdì 26 febbraio 2010

L'AMBIENTE PROROGABILE


Leggi Il decreto "Milleproroghe", approvato ieri alla Camera, attende il via libera del Senato. Tra i rinvii insostenibili anche l'obbligo di integrare le energie rinnovabili nei nuovi edifici. E scatta il mini-condono per le affissioni abusive

Approvato ieri alla Camera e atteso venerdì 26 febbraio dal voto finale in Senato, il decreto legge n. 194 del 30 dicembre 2009 è composto da 16 articoli e definisce i nuovi termini per l'entrata in vigore di provvedimenti relativi ad una serie sterminata di materie. Per tale complessità è battezzato "Milleproroghe", come a tutti noto.
E davvero a tutti dovrebbe essere noto, visto che la mole di istanze in esso contenute va aldilà di scudo fiscale e contributi all'editoria, fino a coprire ogni ambito della nostra società, toccando questioni di interesse generale e altre solo apparentemente di nicchia, che vengono procrastinate (per non dire accantonate) nonostante la loro obiettiva urgenza. E' il caso, ad esempio, della materia ambiente, presente nell'articolo 8 e nascosta sotto un tappeto di mille strati.
Si continua a prorogare, spostandola dal 1 gennaio 2010 al 1 gennaio 2011, l'entrata in vigore della norma introdotta nella finanziaria 2008, che sancisce l'obbligo, nei regolamenti edilizi comunali, di integrare le energie rinnovabili nella realizzazione di nuovi edifici. Uno slittamento in avanti giustificato, parrebbe, con l'impreparazione della maggioranza dei Comuni ad adottare la disposizione e apertamente contestato dal comitato di indirizzo delle associazioni ambientaliste e di categoria nel settore delle rinnovabili (tra queste Greenpeace, Wwf, Kyoto club, Anev, Assosolare e Assolterm).
Nella lettera inviata nei giorni scorsi ai deputati e al loro presidente sottolineano che l'ennesima proroga dell'obbligo determinerà un sicuro ritardo per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal pacchetto Energia- Clima al 2020 (17% dei consumi finali di energia coperti da fonti rinnovabili) e un grave danno al Paese, non solo per le sanzioni a cui dovremo fare fronte, ma in particolare per la battuta d'arresto inflitta alle forme di sviluppo economico-sociale sostenibili che il settore delle fonti rinnovabili e della green economy in generale sta perseguendo.
Tempo d'oro (2 anni) è invece quello concesso agli impianti industriali e a quelli termici civili per adeguarsi alle normative del codice ambientale sulle emissioni inquinanti rilasciate nell'atmosfera. Altrove, sotto la voce "Sviluppo economico", il "Milleproroghe" provvede ad allungare ulteriormente i tempi per l'ingresso del nostro Paese nel regime "new waste". Si rinvia cioè, dal primo al 31 dicembre 2010, la nuova regolamentazione dello smaltimento di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), che introduce la responsabilità individuale dei produttori per gli apparecchi immessi sul mercato.
Ne consegue che reimpiego, riciclaggio e recupero degli ingombranti e dannosi rifiuti elettronici dovranno attendere altro tempo e a pagare i danni di questo vuoto sarà l'ambiente e i Paesi dove viene effettuato lo smaltimento, spesso in maniera illegale.
A proposito di rifiuti, viene rinviato al 30 giugno 2010 il passaggio dalla Tarsu (tariffa rifiuti solidi urbani) alla Tia (tariffa integrata ambientale), sistema finora applicato solo in maniera volontaria da alcuni comuni con una contabilità separata, mentre slitta a giugno il termine per l'adeguamento alle disposizioni del decreto ministeriale che disciplina lo smistamento dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato.
E se parliamo di urbanità, spicca l'anomalo differimento al 31 maggio 2010 del termine di scadenza per la sanatoria degli illeciti in materia di affissioni e di pubblicità, che consente, pagando un'irrisoria ammenda di mille euro, di pulirsi la coscienza per l'attacchinaggio selvaggio, compiuto in questi giorni di campagna elettorale massimamente da partiti e politici, primi beneficiari di questo mini- condono.
Dal portale: verdi.it articolo di Diego Carmignani

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