Durera' 4 anni, coinvolgera' 50 pazienti e costera' 1 milione di euro: sono i dati presentati questa mattina all'Istituto Superiore di Sanita' della seconda fase della sperimentazione clinica di una vaccino-terapia contro il melanoma che ha preso il via grazie alla collaborazione dell'ISS con l'Istituto Nazionale dei tumori Regina Elena e l'Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma.
Il trattamento immunologico, che prevede la combinazione di vaccini e chemioterapia, ha come obiettivo la prevenzione della ricaduta metastatica del melanoma: ''Quando la diagnosi non e' precoce, fino al 35% dei pazienti puo' avere ricadute metastatiche'', spiega Caterina Catricala', direttore del Dipartimento Clinico sperimentale di Dermatologia Oncologica e della MelanomaUnit dell'Istituto San Gallicano. ''Il nostro obiettivo con il trial clinico di fase II - spiega Francesco Cognetti, direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell'Istituto Regina Elena - e' capire se possiamo ottenere il rallentamento della comparsa delle recidive''.
1 commento:
Vorrei sottoporre all'attenzione di tutti Coloro che come me hanno avuto un familiare "abbattuto" all'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena a causa di una feroce sperimentazione di chemioterapie ocologiche, la mia triste storia di ennesima vittima di malasanità...questa volta dell' IFO di Roma, non di ospedali periferici del profondo Sud, e più precisamente vittima del Dr. Francesco Cognetti il "Veronesi del Sud" e del suo pupillo Dr. Massimo Ferretti
Mia madre (72 anni) affetta da adenocarcinoma è stata ricoverata all'IFO di Roma e sottoposta a cure e trattamenti chemioteratipi sperimentali che la hanno condotta a morte nel giro di 3 settimane. Il dr. Cognetti di Medicina Oncologica A, si è approfittato dello stato di depressione e scoramento di mia madre (che voleva continuare a vivere) per farle firmare un consenso informato, senza metterla al corrente dei rischi ed eventuali benefici di tali chemioterapici sperimentali, sicuramente non adatti ad una paziente nello stato fisico di mia madre. Alla prima grave complicazione (una copiosa emorragia) il dr. Cognetti si è rifiutato di trasferirla in ospedale più idoneo (Visto che l'IFO-Istituto Nazionale Tumori - Regina Elena è sprovvisto di Pronto Soccorso e di Rianimazione), facendo morire mia madre per emorragia sotto gli occhi impotenti dei figli. Inspiegabilmente il dr. Cognetti ha proceduto contro la volontà dei figli (che avevano diffidato formalmente l'IFO da eseguirla) una autopsia forse per "blindare" la posizione dell'ospedale in relazione a probabili gravi negligenze commesse? Certo è che la cartella clinica in relazione alle cure/farmaci e quant'altro somministrato a mia madre riportava -fino al giorno precedente il decesso- informazione molto diverse tanto da indicare le dimissioni imminenti della paziente.
Queste "criminali sperimentazioni" che in nome della scienza seviziano e portano a morte pazienti oncologici, utilizzandoli come cavie da laboratorio...vanno fermate.
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