NO AL NUCLEARE ESISTONO LE FONTI RINNOVABILI. AMBIENTE,NATURA,DIFESA DEL PIANETA. SALUTE
venerdì 14 maggio 2010
centrali nucleari in Italia: : ENEL HA SCELTO
Due centrali a Montalto di Castro e una nel piacentino. Lo scoop dell’agenzia Reuters svela i piani di Enel, la cui smentita non convince. I Verdi: scelta scellerata
Continua la corsa del nostro Paese verso il nucleare. Mutuando un termine ciclistico, si potrebbe definirla a strappi. Ieri, ad esempio, se ne è consumato uno. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Reuters, Enel avrebbe espresso la propria preferenza per la localizzazione di tre dei quattro impianti che il gruppo energetico ha in programma di costruire in Italia, insieme ai francesi di Edf. Due di questi saranno a Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, e uno nell’area di Piacenza. L’agenzia di stampa ha citato due fonti diverse, entrambe a conoscenza del dossier sulla localizzazione dei siti. Secondo una, se due centrali « si costruiscono vicine, come avviene anche in altre parti del mondo, si hanno delle sinergie, poi a Montalto esiste già la rete». In provincia di Piacenza, a Caorso, esiste già una centrale in decomissioning,Immediata la reazione dei Verdi, che attraverso il presidente nazionale Angelo Bonelli ha chiesto «una convocazione urgente del Consiglio regionale del Lazio. Chiediamo alla presidente Polverini che sia messa subito in votazione la nostra proposta di legge per far diventare il Lazio territorio denuclearizzato. Quella di realizzare due centrali nucleari (complessivamente 3200 megawatt) a Montalto di Castr o – ha concluso Bonelli - è una scelta scellerata e contro la quale i Verdi si mobiliteranno con tutte le loro forze». L’ Enel ha negato che l’ex monopolista abbia già espresso preferenze o selezionato i siti per le nuove centrali nucleari. Lo farà, ha spiegato, «una volta che l’agenzia per il nucleare avrà definito le aree idonee ad ospitare centrali nucleari». La procedura di identificazione dei siti – ha ricordato ancora l’agenzia Reuters - prevede che il ministero dello Sviluppo economico e la costituenda autorità per il nucleare si esprimano sulla rispondenza dei siti potenziali, scelti da Enel, ai criteri di sicurezza. La decisione finale è demandata alle aziende. Ieri, inoltre, il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, intervenendo a un convegno di Energy-Lab sulla tecnologia nucleare, ha spiegato che i prossimi passaggi per la realizzazione del nucleare prevedono, dopo aver costituito l’Agenzia per la sicurezza nazionale, la delibera Cipe per la scelta delle tecnologie. Nella stesse ore, l’amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, ha chiesto agli industriali del «parlare tutti insieme al Paese» del pro-gramma per il ritorno al nucleare, per «generare una nuova consapevolezza » e «creare le condizioni affinchè l’opinione pubblica possa formarsi una coscienza nucleare scientificamente e tecnicamente ben orientata». Proprio lo scorso 26 aprile, in occasione dell’anniversario dell’incidente di Chernobyl, i Verdi hanno presentato il dossier Balle nucleari. Nello studio, si legge che l’Italia paga per il nucleare che non ha, ma che aveva: si tratta di oltre 12 miliardi di euro per gestire le scorie radioattive. Questo, nonostante il deposito nazionale ancora non sia stato identificato ufficialmente. Anche se la sede potrebbe essere nell’area di Garigliano, tra Latina e Caserta, che per i vecchi trascorsi viene ritenuta «la piccola Chernobyl italiana». Dalla chiusura delle vecchie centrali ad oggi, si osserva nel dossier, la cifra che i cittadini italiani hanno dovuto pagare per la gestione delle scorie radioattive supera i 12 miliardi di euro senza che sia stato possibile indicare il deposito unico nazionale. La quantità attuale di rifiuti radioattivi italiani di seconda (scarti di lavorazione) e terza categoria (combustibile irragiato, scorie di riprocessamento)e’ pari a circa 90.000 metri cubi: 25.000 attuali e altri 65.000 provenienti dalle centrali in dismissione. A questi bisogna poi aggiungere una produzione annuale di 1.000 metri cubi di scorie provenienti da usi medici e industriali. Quelli di seconda categoria sono rifiuti pericolosi per circa 300 anni mentre quelli di terza rimangono carichi di radioattività anche per 250.000 anni.
FONTE: http://www.verdi.it/energia/29528-nucleare-enel-ha-scelto.html
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