Tonno e salmone in testa, noci seconde piazzate, olio di mais o di arachidi in terza posizione. Il podio degli alimenti buoni per il cuore e' ormai noto, ma sul perche' questi cibi ricchi di acidi grassi omega-3 riescano a ridurre i rischi cardiovascolari forniscono una spiegazione in piu' i ricercatori dell'Universita' di Pittsburgh (Usa).
Il capo-ricerca Francisco J. Schopfer e il suo team hanno infatti scovato una nuova classe di mediatori cellulari chiamati in causa dall'azione ''lenitiva'' degli omega-3.
All'origine c'e' un virtuoso meccanismo di trasformazione cellulare che parte da alcuni tipi di cellule immunitarie presenti nei tessuti infiammati, i macrofagi, e arriva fino ad alcuni sottoprodotti dei grassi ''buoni'', capaci di un'azione antiossidante e antinfiammatoria. L'interesse per i risultati dello studio pubblicati su Nature Chemical Biology e' legato a nuovi farmaci che potrebbero attivare la reazione positiva li' dove l'organismo lo richiede.
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