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lunedì 7 giugno 2010
oceani : DOMANI GIORNATA MONDIALE OCEANI. WWF, PROTETTO MENO 1% ACQUE
Meno dell'1% delle acque oceaniche e' protetto. Il 99% e' solcato da rapaci flotte pescherecce sovradimensionate, petroliere e ''carrette'' dei mari. Eppure 170 milioni di posti di lavoro e una rete di 520 milioni di persone dipendono da risorse marine ben gestite In occasione della Giornata mondiale degli Oceani, che si celebra domani, mentre nel Golfo del Messico si sta consumando uno dei piu' pesanti disastri ambientali mai subiti dal ''pianeta blu'', il WWF punta il dito su un altro flagello che sta impoverendo drasticamente gli ecosistemi oceanici. In tutto il mondo, infatti, i governi stanno fallendo nel gestire le acque oceaniche e regolamentarne la pesca, ormai eccessiva e distruttiva, e questo saccheggio dell'ultima grande ''frontiera'' ecosistemica del pianeta avra' serie conseguenze sulla disponibilita' alimentare per la vita di milioni di persone.
Le aree di ''alto mare'', ovvero quelle al di fuori delle giurisdizioni nazionali, occupano oltre i due terzi degli oceani mondiali e anche la loro ricchissima biodiversita', come quella delle acque nazionali, e' fortemente minacciata.
Circa il 65% degli stock di pesce di alto mare e' sovrasfruttato; inoltre la pesca a strascico in acque oceaniche distrugge delle barriere coralline poco note, quelle di profondita', i cui fragili coralli d'acqua fredda e buia, ricoprono i cosidetti ''sea mountains'', i monti sottomarini, alture sul fondo oceanico.
In molti casi, la pesca legale in alto mare non segue le indicazioni della comunita' scientifica mentre i pescatori illegali saccheggiano impunemente, strappando al mare un bottino pari a 1,2 miliardi di dollari ogni anno. Oltre a questo, i sussidi dei Governi sono un flagello che incoraggia flotte di pescherecci sempre piu' grandi a inseguire pesci sempre meno numerosi, sostenendo una flotta globale ''gonfiata'', almeno del 50-60% piu' grande di quanto dovrebbe essere.
''E' giunta l'ora che le acque internazionali, d'alto mare ricevano una maggiore attenzione da parte di tutti i paesi, non solo quelli rivieraschi - ha detto Marco Costantini, responsabile Mare del WWF Italia - come prima cosa, si deve contrastare la pesca illegale, grazie anche alla ratificazione dell'Agreement on Port State Measures. Poi ci si deve impegnare per impedire la circolazione di navi oceaniche ''carretta'', alcune delle quali atte al trasporto del petrolio: la Exxon Valdez, petroliera che nel 1989 si infranse su uno scoglio dell'Alaska, incatramando uccelli marini, lontre e coste integre, poi riparata, circola ancora oggi dopo piu' di venti anni, e solo da pochi anni non trasporta piu' petrolio. E' infine necessario, per quanto riguarda le attivita' estrattive, mettere in campo valutazioni di rischio che includano la previsione e la quantificazione dell'enorme danno ecologico, sociale ed ambientale in caso di disastri come quello attualmente in corso nel Golfo del Messico, che avra' conseguenze sugli ecosistemi marini e costieri per almeno 50 anni''.
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