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giovedì 22 luglio 2010
IBERNAZIONE : Come sopravvivere all'ibernazione
La letteratura scientifica riporta numerosi casi di morte apparente da congelamento: persone recuperate dopo ore o giorni trascorsi al freddo senza più respiro nè battito cardiaco che sono state rianimate. Miracolo divino o biologico? Una recente ricerca chiarisce i meccanismi di questo stato di ibernazione e apre la strada a nuove frontiere cliniche.
Canada, inverno 2001. Erica Nordby, una bambina di pochi mesi, esce di casa con addosso solo il pannolino. Viene ritrovata dopo due ore, ma il suo cuore ha cessato di battere e la sua temperatura corporea è scesa a 16°C. Riscaldata, si riprende senza conseguenze. Ancora più clamoroso è il caso di Mitsutaka Uchikoshim, un alpinista giapponese che nel dicembre 2006 rimane bloccato durante un ascensione. Perde conoscenza in mezzo alla neve e verrà ritrovato dai soccorritori solo 23 giorni dopo, senza battito cardiaco e con una temperatura interna di 22°C. Rianimato dai medici e rifocillato si riprende in breve tempo e oggi sta benissimo. Siamo di fronte a due miracoli? Probabilmente no.
Ossigeno? No, grazie
Uno studio condotto da Mark Roth del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle chiarisce, almeno in parte, i meccanismi che regolano questa particolare condizione clinica nota con il nome di "animazione sospesa", in cui le persone sembrano letteralmente morte di freddo (non respirano e non hanno battito cardiaco) ma possono essere rianimate. Roth e i suoi colleghi hanno condotto un' interessante ricerca su lieviti ed embrioni di nematodi (una classe di vermi ) scoprendo che possono essere portati in uno stato di animazione sospesa quasi sempre reversibile se prima del congelamento vengono privati dell'ossigeno. Una volta ripristinate le condizioni di clima e ossigenazione ottimali il 97% dei nematodi e il 66% dei lieviti ha ripreso la propria crescita senza conseguenze negative. I ricercatori ipotizzano che anche Erica Nordby e Mitsutaka Uchikoshim prima del congelamento abbiano raggiunto uno stato di ipossia, siano cioè riusciti (non è ancora chiaro come) a diminuire il consumo di ossigeno dell' organismo e che questo li abbia protetti dagli effetti mortali del freddo.
Errori congelati
Secondo Roth l'animazione sospesa previene l'avvio di quella serie di eventi negativi che nei casi di congelamento porta gli organismi all'instabilità biologica e quindi alla morte: impedisce per esempio alle cellule di portrare avanti il loro cicli vitale, evitando così errori di crescita che potrebbero essere fatali. In questo stato di ibernazione i meccanismi biologici si bloccano e dal punto di vista della sopravvivenza è la scelta migliore: l'organismo non fa nulla, evitando così gli errori. L'obiettivo dello studio di Roth è quello di trovare un sistema clinicamente valido per rallentare, temporaneamente e in modo reversibile, il metabolismo umano fino a bloccare i processi cellulari. Questo permetterebbe per esempio di guadagnare tempo in caso di infarto, emorragie gravi o traumi e dare modo ai medici di intervenire senza che siano compromesse le funzioni vitali. Non solo: permetterebbe anche di estendere la vita utile dopo l'espianto degli organi destinati ai trapianti.
fONTE: focus.it
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