Innovazione, tecnologie, qualita' della vita e procedure minivasive per un piu' rapido decorso per il paziente: questi i principali temi dell'incontro organizzato in collaborazione con Il Sole 24 ORE Sanita' dal titolo ''La nuova frontiera della chirurgia vertebrale percutanea'', tenutosi oggi, a Roma presso la Biblioteca del Senato Giovanni Spadolini. In Italia si stima siano circa 15 milioni le persone che soffrono di dolori alla colonna vertebrale. L'impatto sociale di questo fenomeno e gli effetti sulla qualita' della vita sono estremamente negativi, se si pensa che 1/3 dei casi deve sospendere temporaneamente l'attivita' lavorativa. Le cause del mal di schiena sono diverse, ma i fattori ''meccanici'' come discopatie, stenosi, ernie del disco e fratture sono di gran lunga l'origine piu' diffusa del disturbo (dall'85% al 90%). Non tutte le cause possono essere rimosse efficacemente con i trattamenti conservativi come fisioterapia, busto o terapie farmacologiche: quando questi approcci risultano fallimentari e' possibile fare ricorso al trattamento chirurgico che, grazie alla continua evoluzione dei dispositivi utilizzati, e' diventato sempre meno invasivo.
''I progressi tecnologici compiuti nell'ambito dei dispositivi medici hanno permesso la messa a punto di nuove tecniche chirurgiche per trattare i problemi di schiena e collo che si stanno rivelando altrettanto efficaci e risolutive, prima di ricorrere a interventi piu' complessi - osserva Antonio Tomassini, Presidente della XII Commissione Permanente Igiene e Sanita' del Senato, aprendo i lavori dell'incontro -. Il risultato piu' sorprendente dell'applicazione di questi nuovi metodi e' la rapidita' con cui il malato puo' tornare alla vita di tutti i giorni. Si tratta, quindi, di un grande passo avanti nella soluzione di questi problemi che affliggono un altissimo numero di persone e che rappresentano una delle maggiori cause di inabilita' e di assenza dal lavoro, riducendo il ricorso ad antidolorifici, anti-infiammatori e ricoveri ospedalieri e consentendo, di conseguenza, un considerevole risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale''.
Oggi le principali patologie del rachide, discopatie degenerative, ernie del disco, stenosi lombari, fratture vertebrali, possono essere trattate con approcci chirurgici percutanei mininvasivi, grazie anche all'utilizzo di dispositivi all'avanguardia che permettono di far recuperare in modo migliore l'assetto anatomico-funzionale della colonna vertebrale, a fronte di una riduzione sostanziale del trauma chirurgico e delle complicanze post-operatorie (dolore, cicatrici estese, rischio di infezioni e lunghi tempi di ripresa per il paziente) che comporterebbe l'impiego delle procedure convenzionali. ''L'Italia e' senza dubbio una delle realta' piu' avanzate da questo punto di vista, ma l'approccio chirurgico minivasivo - continua Tomassini - e' ancora poco diffuso ed e' praticato solo in alcuni centri specialistici. Basti pensare che le unita' di chirurgia vertebrale sono presenti solo nel 20% degli ospedali del nostro Paese''.
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