Non si ferma, l’emergenza incendi in Russia. Anzi, secondo quanto riportato dal sito Web della Guardia Forestale russa (www.rcfh.ru), nelle ultime ore i roghi hanno colpito zone contaminate dal disastro nucleare di Cernobyl, nella parte occidentale del Paese.
Dalla metà luglio, sempre secondo la Forestale, gli incendi boschivi in Russia hanno colpito circa 4000 ettari contaminati dall’esplosione della centrale nucleare ucraina del 1986: «In base ai dati del monitoraggio sulla radioattività condotto sul territorio delle regioni russe, incluse le terre inquinate da elementi radioattivi, da metà luglio incendi boschivi sono stati registrati su 3900 ettari», è scritto nel sito.
L’elenco delle zone colpite «nei territori più inquinati» include fra l’altro la regione di Briansk, al confine con Bielorussia e Ucraina. Il 6 agosto, solo in quella zona sono stati registrati almeno 28 incendi, su una superficie di 269 ettari, tutti colpiti nel 1986 dall’incendio della centrale atomica ucraina.
Due giorni fa, inoltre, sul sito di Greenpeace Russia è stata pubblicata una mappa degli incendi nella Russia occidentale, dalla quale si deduceva che nel territorio di Briansk erano scoppiati almeno tre focolai nei boschi inquinati dalla radioattività di Cernobyl.
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