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mercoledì 18 agosto 2010
clima: Ecco perché al Polo Sud i ghiacci resistono
Studiosi americani provano a dare una risposta a uno dei maggiori paradossi climatici del pianeta: mentre nella regione artica i ghiacciai si riducono, in Antartide l'aumento della temperatura provoca evaporazione marina e maggiori nevicate. Ma il fenomeno non è destinato a durare.
C'è un paradosso climatico sul nostro pianeta che stentava a trovare una spiegazione. Ma ora ci sono riusciti ricercatori del Georgia Insitute of Technology, il cui lavoro è stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Science. Il paradosso consistente in questo: l'aumento della temperatura terrestre sta facendo sciogliere i ghiacci del Polo Nord ad una velocità tale che ogni 10 anni essi diminuiscono del 10% la loro superficie. In questi giorni ad esempio, essi si estendono per 8,39 milioni di chilometri quadrati, ossia 1,71 milioni di chilometri quadrati al di sotto della media dell'area misurata tra il 1979 e il 2000. E si estendono per soli 260.000 kmq in più rispetto al 2007, anno in cui si ebbe il minimo assoluto. Secondo gli esperti del National Snow and Ice Data Center degli Stati Uniti non si è arrivati ai valori di due anni fa solo perché da settimane il Polo Nord è interessato a bufere, tempo nuvoloso e temperature relativamente fredde che rallentano il tasso di scioglimento giornaliero (si aggira attorno ai 77.000 kmq al giorno).
Al contrario invece, i ghiacci del Polo Sud stanno aumentando di circa l'1% per decade, anche se non in modo omogeneo (i ghiacci della Penisola Antartica infatti, vedono una diminuzione della loro estensione). Come è possibile una così diversa situazione? Risulta facile infatti, spiegare perché i ghiacci del Polo Nord si sciolgono così velocemente: l'aumento della temperatura terrestre infatti, nella regione artica, in questi anni ha toccato valori di 4°C sopra le medie dell'ultimo secolo. Mentre non è chiaro perché al Polo sud oltre a non esserci una diminuzione dell'estensione glaciale c'è addirittura un loro aumento. E c'è da chiedersi se questo fenomeno continuerà in futuro.
Ecco la risposta di Jiping Liu, un ricercatore del Georgia Insitute of Technology: "Attualmente, con il crescere della temperatura terrestre si determina, tra l'altro, un aumento dell'evaporazione dei mari che circondano l'Antartide. Il vapore acqueo si trasforma in neve che precipita sul continente antartico e la quantità di tali precipitazioni produce un aumento di ghiaccio che è superiore a quello che viene sciolto al di sotto delle lingue glaciali che dalla calotta antartica arrivano in mare, in seguito all'aumento di temperatura di quest'ultimo.
Altri ricercatori inoltre, avevano avanzato anche l'ipotesi che il buco dell'ozono abbia creato una circolazione di venti molto freddi che tengono l'Antartide ad una temperatura assai bassa, tale che l'aumento della temperatura globale del pianeta non riesce ad interessare il continente.
Ma la situazione tenderà a mutare velocemente. "Prendendo come riferimento i modelli climatici che indicano un aumento dell'anidride carbonica nell'atmosfera ancora per l'attuale secolo - piega Liu- ben presto lo scioglimento dei ghiacci da parte dell'acqua oceanica sopravarrà la quantità di neve che cadrà sulla calotta antartica, anche perché le temperature potrebbero portare una notevole quantità di precipitazione piovose anche sui bracci di ghiaccio che arrivano in mare". E a questo c'è da aggiungere un altro fattore: la diminuzione del buco dell'ozono determinerà un aumento della temperatura che sarà causa di uno scioglimento anche dei ghiacci che appoggiano sul continente. Queste situazioni, che potrebbe avverarsi nell'arco di pochi decenni, porteranno ad un'inversione della tendenza dei ghiacci antartici a crescere e dunque a una situazione che verrà a pareggiarsi con quella del Polo Nord.
fonte:repubblica.it
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