La prossima conferenza Onu di Cancun sui cambiamenti climatici si giocherà sulle cifre e sulla loro interpretazione e la Cina questa volta non ci sta a sbandierare un suo presunto nuovo record: quello del consumo di energia. A tre settimane dall'annuncio dato dall'International energy agency (Iae) che la Cina aveva ormai superato gli Stati Uniti d'America nei consumi energetici, un comunicato congiunto dell'Amministrazione nazionale dell'energia e dell'Ufficio di Stato delle statistiche della Cina riafferma che «E' sempre la seconda consumatrice di energia al mondo e che il suo consumo di energia l'anno scorso è stato sempre di 200 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Tep) inferiore a quello degli Stai Uniti. Nel 2009, il consumo di energia cinese è stato di 2,146 miliardi di Tep, mentre quello degli Stati Uniti è stato di 2,382 miliardi di Tep, secondo l'Amministrazione per l'informazione sull'energia degli Stati Uniti».
I dati dell'Iae sono diversi: nel 2009 la Cina avrebbe consumato 2,252 miliardi di Tep, cioè lo 0,4% in più del consumo totale degli Usa.
Il comunicato cinese poi sottolinea un altro aspetto importante quanto ignorato dai Paesi occidentali perché molto "fastidioso" quando arriva sul tavolo dei Climate change talks: «Il consumo di energia procapite in Cina l'anno scorso è stato un quinto di quello degli Stati Uniti», ma ammette che il sorpasso in termini quantitativi comunque prima o poi ci sarà: «Il consumo di energia della Cina continua ad aumentare grazie all'industrializzazione e all'urbanizzazione rapide del Paese».
Per ridurre la dipendenza della crescita economica dall'energia il governo comunista cinese ha preso una serie di iniziative per risparmiare energia e ridurre le emissioni di gas serra, come la chiusura di migliaia di fabbriche e miniere obsolete e inquinanti, per questo secondo il governo di Pechino la crescita totale del consumo di energia della Cina dovrebbe diminuire gradualmente negli anni.
Eppure all'inizio di agosto era toccato proprio allo stesso Ufficio di Stato delle statistiche della Cina annunciare che il consumo di energia per unità di prodotto interno lordo a gennaio era stato dello 0,09% in più a quello registrato nello stesso periodo del 2009. Una battuta d'arresto per gli obiettivi di diminuzione indicati dal governo, anche perché «Il consumo di energia per unità della produzione industriale ha valore aggiunto per le imprese le cui vendite superano i 5 milioni di yuan all'anno ed è diminuito dell'1,25% durante i 6 primi mesi dell'anno - dice l'Ufficio statistico cinese - Alcune industrie ad alto consumo energetico hanno calato i loro consumi di energia per unità di produzione industriale a valore aggiunto nel corso del primo semestre dell'anno: del 7,61% per i materiali da costruzione, del 4,28% per la chimica e del 2,69% per lo sfruttamento del carbone. Al contrario, alcuni settori hanno aumentato il loro consumo di energia per unità di produzione industriale a valore aggiunto. Questo consumo nell'industria dei metalli non ferrosi è salito dell'8,11% in rapporto allo stesso periodo del 2009 e quello nell'industria petrolchimica dell' 11,35%».
A questi ritmi il sorpasso sugli Usa rischia di esserci già a Cancun, ma il governo di Pechino è soprattutto preoccupato perché, dopo aver ridotto l'utilizzo di energia per unità di Pil del 14,38% tra il 2006 e il 2009, ora vede allontanarsi l'obiettivo di riduzione del 20% del consumo energetico della Cina durante il periodo 2005-2010.
FONTE: greenreport.it
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