ENERGIA. Grandi speranze suscita in tutto il mondo la cosiddetta “economia dell’idrogeno”. Ma solo attraverso la destinazione di rilevanti risorse da destinare alla ricerca sarà possibile l’uso dell’idrogeno in tutti i settori che utilizzano l’energia.
Il settore della ricerca nel campo dell’energia ha fruito d’investimenti pari a 33 miliardi di dollari, tra risorse pubbliche e private. Il settore del nucleare civile assorbe circa 14 miliardi di dollari, tra ricerca nel campo della fusione (progetto ITER e RFX) e nei reattori di cosiddetta quarta generazione. Nel campo delle energie rinnovabili il totale degli investimenti a livello mondiale è pari a 1,7 miliardi di dollari. Grandi speranze suscita in tutto il mondo la cosiddetta “economia dell’idrogeno”. Ma solo attraverso la destinazione di rilevanti risorse da destinare alla ricerca sarà possibile l’uso dell’idrogeno in tutti i settori che utilizzano l’energia.
Ora la produzione di idrogeno si basa sul processi che usano tecnologie già oggi disponibili. La metà dell’idrogeno sfrutta il procedimento denominato di “reforming del metano” (per convertire il metano in una miscela gassosa) e circa il 10% attraverso il passaggio della corrente elettrica nell’acqua (elettrolisi).
Quest’ultimo processo permette di ricavare direttamente idrogeno dall’acqua.Appare evidente che questi processi non risolvono i problemi di approvvigionamento energetico, ma li trasferiscono semplicemente sotto un’altra forma, poiché si basano su combustibili fossili, e liberano tanta CO2 quanto gli attuali sistemi di produzione energetica. Se la corrente elettrica proviene da fonti rinnovabili (sole, vento) il processo è in un accumulo di energia solare ma si scontra con l’elevata richiesta energetica, che si traduce in una bassa resa In questo quadro ampio e desideroso di nuove proposte, si collocano le numerose e poco esplorate prospettive di produzione biologica dell’idrogeno.
Le principali possibilità sono: 1) la biofotolisi dell’acqua, che permette di ottenere idrogeno dalla scissione dell’acqua utilizzando direttamente la radiazione solare , 2) la fermentazione di rifiuti e materiali di scarto, che avrebbe il duplice beneficio di trattare i rifiuti e produrre idrogeno 3) sistemi biomimetici basati su meccanismi o componenti biologici 4) sistemi integrati che utilizzano più microrganismi La biofotolisi dell’acqua è probabilmente il processo più interessante per la produzione di idrogeno, poiché prevede (teoricamente) la scissione dell’acqua, con liberazione di idrogeno gassoso e ossigeno gassoso. I microrganismi che utilizzano queste reazioni per la loro sopravvivenza sono anche capaci di catturare la radiazione solare e di indirizzarla più o meno direttamente verso questo processo.
L’interesse nasce quindi dal fatto di poter utilizzare un sistema compatto che è contemporaneamente capace di assorbire la luce solare e trasformarla in un composto chimico ad alta energia che può essere recuperato facilmente: l’idrogeno molecolare. I microrganismi che sono stati studiati per questo particolare metabolismo appartengono ai gruppi delle Alghe verdi e dei Cianobatteri. Rimangono tuttavia alcuni problemi tecnici da risolvere, fra cui quelli riguardanti lo stoccaggio, il trasporto e la distribuzione dell’idrogeno. L’alternativa solida diventa l’accumulo dell’idrogeno in particolari strutture.
Oggi la soluzione che appare più promettente è quella dei nanotubi di carbonio. La soluzione di problemi dell’idrogeno dipende unicamente dalle risorse destinate alla ricerca. Solo una miope Politica prigioniera della lobby industriale nucleare può destinare ogni 100 $ investiti, quaranta al nucleare civile e 4 alle rinnovabili e all’idrogeno.
FONTE: http://www.terranews.it/news/2010/09/verso-leconomia-dellidrogeno
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