Trattamenti preventivi a base di antibiotici facilmente reperibili e a prezzi accessibili per rendere i soggetti che vivono in Paesi a rischio immuni dalla malaria: e' quanto sostiene uno studio pubblicato su Science Translation Medicine da un gruppo di ricerca internazionale composto dalla London School of Tropical Medicine and Hygiene (Regno Unito), dalla Heidelberg University School of Medicine e dal Max Planck Institute for Infection Biology (Germania), e dal KEMRI-Wellcome Trust Research Programme (Kenya).
La malaria viene trasmessa attraverso il morso della zanzara infetta Anopheles: circa in un 1 caso su 10 i parassiti inoculati attraverso il morso della zanzara arrivano a invadere il fegato, e poi il flusso sanguigno, causando complicazioni letali.
Secondo lo studio le terapie preventive a base di antibiotici si comporterebbero come una specie di ''vaccino senza ago'', causando un difetto cellulare nei parassiti della malaria durante il loro passaggio nel fegato dell'ospite infettato.
La tecnica sperimentata, spiegano i ricercatori, non impedisce lo sviluppo del parassita nel fegato, ma e' in grado di bloccare la propagazione del parassita al flusso sanguigno, dando tempo sufficiente al sistema immunitario di organizzarsi per difendersi dalle infezioni successive. Un meccanismo, concludono gli autori, simile alle strategie messe in atto dai vaccini.
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