A partire dalla sua origine che si fa risalire, da scimpanzé, all’inizio del 1900, l’evoluzione dell’Hiv-1 (il ceppo virale dell’Aids oggi più diffuso al mondo) è stata rapidissima, portando alla sua diffusione nel mondo, alla comparsa e al mischiarsi tra loro di differenti ceppi virali, tanto che sono almeno 48 le forme virali circolanti finora identificate.
”Questa evoluzione estrema e divergente ha portato a differenze nella virulenza di differenti sottotipi di HIV-1”. E’ la “mappa di un secolo del virus Hiv” tracciata da Denis Tebit e Eric Arts della Case Western Reserve University di Cleveland, Ohio, con la ‘revisione’ di dati genetici su tantissimi ceppi pubblicata sulla rivista The Lancet Infectious Diseases.
Questo livello di conoscenze, consentito dalla facilità con cui oggi si può confrontare materiale genetico di diversi ceppi, è utile per controllo e prevenzione, per predire il comportamento futuro dell’HIV e sviluppare vaccini efficaci.
E’ ormai chiaro, scrivono i due scienziati, che l’Hiv ha avuto origine da virus analoghi di scimpanzè che hanno più volte fatto il salto di specie passando all’uomo ed evolvendosi rapidamente per adattarsi al nuovo ospite. Poi i comportamenti umani e le migrazioni hanno fatto sì che nuovi ceppi si formassero, diffondendosi rapidamente e in modo eterogeneo nel mondo.
In Italia il virus Hiv infetta una persona ogni due ore, ma il numero di persone malate di Aids si è ridotto. Sono alcuni dei dati forniti da ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità (Iss) alla vigilia della Giornata mondiale per la lotta contro l'Aids.
Il rapporto sull'Aids del ministero della Salute e Iss
QUATTROMILA OGNI ANNO - Nel nostro Paese le nuove infezioni sono circa 4mila ogni anno e le persone sieropositive sono circa 150mila: di queste 22mila hanno l'Aids. Ma la consapevolezza generale del problema è scarsa. Sei su 10 scoprono di avere il virus solo quando la malattia è conclamata. È aumentata inoltre l'età media in cui si contrae l'infezione (39 anni per gli uomini e 35 per le donne) e in 8 casi su 10 il virus si trasmette per via sessuale. Una situazione completamente diversa rispetto al primo decennio dell'epidemia quando, in oltre il 70% dei casi, il virus veniva acquisito attraverso la tossicodipendenza. Il ministro della salute Ferruccio Fazio, presentando i dati, ha detto che la prevenzione dell'Aids passa anche attraverso relazioni stabili.
TANTI STRANIERI - Gli eterosessuali sono i più colpiti (65,4%) e il 25,3% non presenta fattori di rischio. Tuttavia, rispetto a 15 anni fa nel nostro Paese si ammalano 4mila persone in meno all'anno, dato che secondo il presidente dell'Iss Enrico Garaci, «non è un risultato da poco perché è frutto della ricerca, ma anche dell'accesso ai farmaci garantito dal Servizio sanitario nazionale. È vero però che ancora si infetta quasi una persona ogni due ore e per questo non dobbiamo abbassare la guardia e non rinunciare a mettere a punto un vaccino efficace». Nel 2009 sono state diagnosticate 4,5 nuove infezioni da Hiv ogni 100mila italiani e 22,2 ogni 100mila stranieri. Dunque quasi un caso su tre riguarda immigrati. La maggior parte dei casi è concentrata nel centro-nord e le segnalazioni sono rimaste sostanzialmente stabili negli ultimi 10 anni.
I NUMERI - Dal 1982, quando sono stati registrati i primi casi, in Italia sono state colpite dall'Aids 63mila persone: 40mila sono decedute. La percentuale di donne con Hiv e Aids è quella più aumentata: se nel 1985 c'era un caso ogni 3,5 casi maschili, il rapporto è oggi sceso a 2,5. Nel mondo sono almeno 33 milioni le persone che hanno contratto il virus, secondo il rapporto Unaids: 2,5 milioni sono minori di 15 anni e 2,6 milioni le persone che hanno contratto il virus nel 2009 (di cui 370mila bambini), meno dei 3,1 milioni del 1999. Scendono anche i decessi: erano 2,1 milioni nel 2004 e ne sono stati registrati, indicativamente, 1,8 milioni nel 2009, tra questi 260mila minori di 15 anni. Il rapporto rivela che l'incidenza del virus è diminuita dal 2001 al 2009 del 25% in 22 Paesi subsahariani e anche in India e nel sud est asiatico. Rimane invece stabile negli Usa e nell'Europa centrale e occidentale, mentre cresce di oltre il 25% in Russia e in altre repubbliche ex sovietiche.
TRASFUSIONI - C'è anche un altro aspetto, quello relativo a chi sei è infettato in seguito a trasfusioni o vaccini. Sono 76mila le domande di indennizzo presentate al ministero della Salute per infezioni da epatiti e Aids. «Le posizioni con i requisiti richiesti per essere ammesse alla transazione sono circa 5.800, ma nonostante i valori italiani siano al di sotto della media europea, l'Italia continua a negare l'adeguamento degli importi per l'indennizzo agli infettati da epatite e da Aids per via trasfusionale o da vaccinazione» lamenta l'Associazione politrasfusi italiani. Dal 1984 al 2010 sarebbero morte 3.146 perone a causa di epatiti o Aids a causa di trasfusioni ed emoderivati. E si calcola che sul totale delle persone con l'Aids, 890 hanno contratto la malattia per gli stessi motivi. Di questi, 784 sono adulti, 27 bambini e 79 hanno un partner emofilico o trasfuso.
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