Assumere statine per più di otto anni potrebbe ridurre il rischio sviluppare la malattia infiammatoria.
Sono tra i farmaci più diffusi. Al punto che in Italia, secondo il rapporto OsMed 2009, se ne consumano oltre un miliardo di dosi l’anno per un costo pro capite di circa 17 euro. Ma le statine, quei medicinali impiegati per abbassare il colesterolo e ridurre di conseguenza il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, potrebbero avere un’ulteriore capacità: quella di ridurre le probabilità di sviluppare artrite reumatoide. L’ipotesi non è nuova, ma finora i risultati prodotti dagli studi scientifici erano stati contrastanti. Questa volta, però, una ricerca condotta in Israele e che ha seguito per dieci anni (tra il 1997 e il 2007) una popolazione di oltre 200 mila persone assistite da un unico servizio di assistenza sanitaria, il Maccabi Health Care Services, sembra confermarla.
STATINE PROTETTIVE - In questo ampio campione, i ricercatori hanno «contato» i nuovi casi di artrite reumatoide insorti nel periodo di studio e messo in relazione la diffusione della patologia con i consumi di statine nella popolazione (che già assumeva i farmaci per ragioni indipendenti dallo studio). Oltre 2.500 i nuovi casi di artrite reumatoide insorti nel corso dei dieci anni e, ad analizzare i dati, è emerso che le persone che assumevano statine da 8 anni o più avevano un rischio quasi dimezzato (-42%) di sviluppare artrite reumatoide rispetto a quanti le assumevano da meno di due anni. In pratica, per ogni anno in cui si erano assunte statine il rischio di sviluppare la patologia si abbassava del 5 per cento. Inoltre l’effetto protettivo è apparso tanto più marcato quanto più la statina assunta fosse efficace nel ridurre i livelli di colesterolo e quanto più bassa fosse l’età del paziente. Nel corso dello studio, i ricercatori hanno inoltre verificato l’efficacia delle statine nel prevenire l’artrosi. Tentativo fallito. La ricerca ha evidenziato soltanto una modesta riduzione (del 15%) del rischio di sviluppare artrosi nella popolazione che assumeva i farmaci. Un risultato in realtà atteso e che sembra confermare le ragioni dell’efficacia delle statine sull’artrite reumatoide. L’artrosi, infatti, anche se come l’artrite reumatoide è una patologia degenerativa delle giunture ossee, non ha origine infiammatoria.
ACQUA SULL’INFIAMMAZIONE - Proprio la capacità di agire sull’infiammazione, invece, sembra essere la caratteristica delle statine che le renderebbe efficaci nel salvaguardare dall’artrite reumatoide. «L’artrite reumatoide è una condizione infiammatoria sistemica caratterizzata dal reclutamento di globuli bianchi nei tessuti sinoviali - hanno spiegato i ricercatori -. E ci sono crescenti evidenze che le statine hanno proprietà antinfiammatorie e immunomodulanti, dimostrate dalla riduzione dei livelli di proteina C-reattiva, che può giocare un ruolo importante nell’artrite reumatoide».
PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE? - Per il gruppo di ricerca non ci sono dubbi: «Questo studio dimostra una significativa associazione negativa tra la terapia prolungata con statine e l’insorgenza dell’artrite reumatoide. Soprattutto in pazienti che iniziano il trattamento in giovane età e con statine ad alta efficacia». Ma è sufficiente per prevedere un impiego delle statine nella prevenzione dell’artrite reumatoide? Gli stessi ricercatori ammettono che sono necessari altri studi che fughino ogni dubbio sulla relazione causa-effetto tra consumo di statine e insorgenza di artrite reumatoide. E anche quando il nesso fosse stabilito resterebbe un dilemma da sciogliere: è giusto consigliare a delle persone sane di assumere farmaci per ridurre le probabilità di sviluppare l’artrite reumatoide?
fonte: http://www.corriere.it/salute/reumatologia/10_novembre_10/colesterolo-artrite-reumatoide-statine-michienzi_268ed3ea-c4c3-11df-be0b-00144f02aabe.shtml
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