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lunedì 10 gennaio 2011

UDITO: L'acido folico salva l'udito del nonno

Bassi livelli della vitamina potrebbero essere in parte responsabili dell'ipoacusia caratteristica degli anziani

Da tempo alle donne in dolce attesa viene consigliato di assumere una quantità appropriata di acido folico, cioè la vitamina B9, con la dieta o sotto forma di farmaci. L’obiettivo è prevenire alcune malformazioni del feto, come i difetti del tubo neurale (per esempio la spina bifida), le labiopalatoschisi o anche alcune cardiopatie congenite. Tuttavia, l’acido folico potrebbe dimostrarsi utile non soltanto per i nascituri, ma anche per chi si trova sul versante opposto del ciclo della vita: agli anziani. Uno studio pubblicato sulla rivista ufficiale dell’American Academy of Otolaryngology-Head and Neck Surgery Foundation (Otolaryngology - Head and Neck Surgery) rivela infatti che una carenza di folati può essere strettamente connessa alla perdita di udito tipica della terza età. Un problema che riguarda circa un adulto su tre al di sopra dei 60 anni e la metà degli over 85.

LATTE, CARNE, VERDURE - L'acido folico, o acido pteroil-glutamico, è un importante costituente degli acidi nucleici (presenti nei nuclei delle cellule), sintetizzato dai batteri intestinali: tuttavia per soddisfare il fabbisogno giornaliero è necessario un suo apporto con la dieta, dal momento che viene assorbito dall’intestino tenue, nel digiuno, che si trova a monte del sito di produzione. È contenuto in buona quantità nel latte, nella carne (soprattutto il fegato) e nelle verdure verdi, ma essendo termolabile e idrosolubile può perdersi con l’acqua di cottura. Ne è consigliata l’assunzione già in epoca preconcezionale o, quantomeno per il primo trimestre di gravidanza, essendo comprovata la sua efficacia nella profilassi dei difetti del tubo neurale del feto. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention americani, inoltre, l’assunzione di una dose corretta di acido folico in gravidanza riduce dal 50 al 70 per cento il rischio di malformazioni fetali. Per quanto riguarda l’età pediatrica, i depositi nell’organismo del bambino sono piuttosto scarsi, quindi una dieta prolungata povera di carne e di vegetali freschi può causare sindromi carenziali caratterizzate soprattutto da anemia. Quasi tutti gli alimenti industriali per l’infanzia, compresi i latti, sono integrati con acido folico ed è quindi molto raro che i piccoli arrivino a stati carenziali. Il fabbisogno quotidiano di acido folico, in condizioni normali, è di circa 0,2 mg. In gravidanza, questa esigenza aumenta fino a raddoppiare, perché il feto impiega le riserve materne.

L'INDAGINE - La ricerca di cui sopra è stata condotta su 126 donne e uomini nigeriani di età compresa tra i 60 e i 74 anni. I ricercatori hanno escluso quanti avessero una storia di diabete, ictus o ipertensione, che in passato avevano accusato disturbi o subito traumi dell’orecchio e quelli che avevano assunto farmaci che avessero potuto influire sulle loro capacità uditive. Sono poi stati sottoposti a un esame per determinare chi soffrisse di un calo di udito. Dall’analisi dei dati è emerso che gli anziani con ipoacusia avevano anche livelli sierici di acido folico molto più bassi (quasi dimezzati) rispetto a chi preservava il proprio udito. Da ciò la conclusione dei ricercatori: «In base alla nostra ricerca la perdita di udito potrebbe essere associata a uno stato di carenza di micronutrienti», ha affermato l’autore dello studio, Akeem Olawale Lasisi del dipartimento di Otorinolaringoiatria dell’Università di Ibadan, la più antica università nigeriana. Questa relazione potrebbe essere dovuta al «ruolo che svolgono i folati sul metabolismo cellulare, il sistema nervoso e la funzione vascolare», ha aggiunto il ricercatore. Un ruolo che «è molto importante per preservare il sistema uditivo».

VERDURA E FRUTTA - I risultati dei ricercatori nigeriani, però, non sono una novità assoluta nel panorama della ricerca. Da anni il rapporto tra acido folico e udito è esplorato da ricercatori di tutto il mondo. Già la scorsa estate, sul Journal of Nutrition era stato pubblicato uno studio che aveva ottenuto risultati analoghi. Un’analisi condotta da ricercatori dell’University of Sydney su quasi 3mila persone con più di 50 anni aveva mostrato che livelli di acido folico inferiori a 11 nanomoli per litro (o 5 microgrammi per litro) aumentano il rischio di perdita di udito del 34 per cento. Nessuno dei due studi dimostra direttamente che assumere una maggiore quantità di acido folico protegga l’udito, tuttavia, mangiare verdure a foglie verdi come gli spinaci, i broccoli o la lattuga, i legumi e frutti come arance, fragole o kiwi - tutti alimenti che sono ricchi della vitamina - potrebbe essere una saggia scommessa.

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