Non si puo' costruire un impianto nucleare in una Regione senza che quest'ultima sia coinvolta in modo adeguato. Lo ha stabilito la Consulta specificando che da oggi in poi, da parte delle regioni sara' necessario un parere obbligatorio, seppure non vincolante. In particolare, la Corte Costituzionale ha ''l'illegittimita' costituzionale dell'art. 4 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31 (Disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell'esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonche' misure compensative e campagne informative al pubblico, a norma dell'articolo 25 della legge 23 luglio 2009, n. 99) nella parte in cui non prevede che la Regione interessata, anteriormente all'intesa con la Conferenza unificata, esprima il proprio parere in ordine al rilascio dell'autorizzazione unica per la costruzione e l'esercizio degli impianti nucleari''.
Le Regioni devono esprimere il proprio parere - obbligatorio ma non vincolante - prima di ospitare le centrali nucleari sul proprio territorio. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale, che ha dichiarato «l'illegittimità costituzionale dell'articolo 4 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31» (Disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell'esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi). Il pronunciamento della Consulta era stato richiesto da Toscana, Emilia Romagna e Puglia.
ILLEGITTIMITÀ - La Consulta ravvisa illegittimità «nella parte in cui non prevede che la Regione interessata, anteriormente all'intesa con la Conferenza unificata, esprima il proprio parere in ordine al rilascio dell'autorizzazione unica per la costruzione e l'esercizio degli impianti nucleari». In una precedente decisione dello scorso novembre, la Corte Costituzionale aveva dichiarato illegittime le leggi regionali di Puglia, Campania e Basilicata che vietavano l'installazione sul loro territorio di impianti di produzione di energia nucleare, di fabbricazione di combustibile nucleare e di stoccaggio di rifiuti radioattivi.
COMMENTI - Paolo Romani, ministro dello Sviluppo economico: «È ragionevole che la condivisione dei siti vada fatta anche in sede locale, quindi con la condivisione degli enti locali». «Decisione positiva», dice il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. «Ci troviamo di fronte a un governo che è il più centralista della storia dell'Italia, un governo che sbandiera un federalismo che odora di secessione». «La sentenza è di fatto uno stop all'arroganza del governo», ha dichiarato il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli. «Le centrali potranno essere realizzate solo con il consenso della regione interessata: è una svolta nella battaglia contro la follia nuclearista del governo Berlusconi». «Siamo preoccupati, ma confidiamo anche che rispettando le regole si possa arrivare a un chiarimento su dove devono essere collocate le centrali nucleari», è il commento di Giuliano Zuccoli, presidente di Assoelettrica e del consiglio di gestione di A2A. « Cosa devono aspettarsi gli italiani per il futuro? Probabilmente la militarizzazione delle aree destinate alle centrali», è l'opinione di Felice Belisario, capogruppo Idv al Senato.
AGENZIA NUCLEARE - Intanto il Consiglio dei ministri ha approvato il direttivo dell'Agenzia per la sicurezza nucleare. «Nei prossimi giorni, insieme al presidente Veronesi, riuniremo per la prima volta il direttivo per concordare i prossimi passaggi, a partire dalla costituzione della struttura operativa e dall'individuazione della sede. Il governo procede nel programma per il ritorno al nucleare, che avverrà nel segno della sicurezza e della tutela dell'ambiente», dicono in una nota congiunta il ministro Romani e quello dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Inoltre il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega all'Energia, Stefano Saglia, annuncia che l'importo delle compensazioni a favore dei Comuni nei territori sedi di centrali nucleari sarà approvato al prossimo Cipe. Saglia ha aggiunto che «il deposito nazionale dei rifiuti nucleari deve essere realizzato entro il 2011, anche perché ce lo impone una direttiva europea. L`individuazione del deposito segue un suo iter autonomo, indipendente dalla realizzazione del programma nucleare».
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