Nell'Africa Subsahariana l'accesso all'acqua pulita e' un diritto umano fondamentale tuttora negato a piu' del 40% della popolazione''. Lo ricorda l'Amref, in vista della Giornata mondiale dell'acqua del 22 marzo.
''Senz'acqua non c'e' salute ne' sviluppo - spiega Tommy Simmons, direttore generale di Amref Italia - I danni all'agricoltura sono incalcolabili, il bestiame muore, le lezioni a scuola non si possono svolgere regolarmente e saltano anche gli equilibri familiari, perche' le donne sono costrette ad assentarsi per ore alla ricerca di acqua, lasciando incustoditi i figli''.
La mancanza di acqua pulita e di servizi igienici adeguati, spiega l'Amref, costa ogni anno all'Africa Subsahariana il 5% del suo Pil ed e' legato, direttamente o indirettamente, all'80% delle malattie. Nella regione piu' della meta' dei posti letto ospedalieri sono occupati da pazienti affetti da malattie diarroiche, causate dall'utilizzo di acqua contaminata e dall'assenza di servizi igienici, con conseguenze fatali soprattutto per i bambini.
Quelli con meno di cinque anni nati in un periodo di siccita' hanno tra il 36 e il 50% di probabilita' di essere malnutriti, mentre l'accesso ad acqua pulita riduce i tassi di mortalita' infantile di oltre il 20%.
''Portare acqua in Africa - precisa Mario Raffaelli, presidente di Amref Italia - significa allargare la base della partecipazione e puntare sulla formazione di comitati di gestione e di tecnici all'interno delle stesse comunita' beneficiarie dei progetti. Solo cosi' i pozzi sono vissuti come beni di cui la comunita' e' responsabile e durano nel tempo. Il successo degli interventi, pero', passa anche attraverso il rafforzamento del ruolo delle donne nei processi decisionali che riguardano lo sviluppo della comunita'. Sono le donne africane, infatti, a pagare il prezzo piu' alto della mancanza di acqua ed e' soltanto attraverso il potenziamento del loro ruolo sociale che il diritto all'acqua puo' diventare qualcosa di piu' di una dichiarazione di intenti''.
Amref Italia, in particolare, ha attivato dei progetti idrici in Kenya e Tanzania. In Kenya, un Paese afflitto da carenza idrica cronica, l'intervento consiste nella costruzione di pozzi nei distretti costieri di Malindi e Kilifi e in quelli di Kajiado, Kitui e Makueni, terre aride o semi-aride le cui fonti d'acqua principali - fiumi, dighe e pozzi aperti - sono contaminate, quindi inutilizzabili. Dal 1998 a oggi AMREF ha costruito nel Paese piu' di 2.600 pozzi e 85 sistemi di raccolta dell'acqua piovana, di cui hanno beneficiato circa 1,5 milioni di persone.
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