L'emergenza nucleare nella centrale giapponese di Fukushima riporta l'attenzione sui rischi per la salute legati alla radioattivita'. Ma quanti conoscono la quantita' di raggi a cui si e' esposti, ad esempio, per un banale esame radiografico? Secondo i dati dell'American College of Radiology (Acr) una radiografia al torace comporta una singola dose di 1,5 millisievert. Il sievert e' l'unita' di misura dei raggi assorbiti dai tessuti umani ed equivale a 1.000 millisievert. Una ''lastra'' e' pari a circa sei mesi di radioattivita' naturale, ovvero quello che ogni essere umano riceve dalle fonti terrestre o cosmiche di radiazioni.
In un anno il fondo di radioattivita' naturale e' pari a 2,4 millisievert. Rischi minimi, se si pensa che a quanto ricordano i radiologi le probabilita' di sviluppare il cancro si manifestano superando una contaminazione annua pari a 100 mSv.
Piu' ''invasiva'' per l'organismo umano e' la Tac, la tomografia computerizzata. Un esame ad addome e pelvi procura un'emissione di 15 mSv in una singola volta, l'equivalente di quanto si assorbe dalla natura in 5 anni. Se poi l'esame viene ripetuto due volte, con e senza mezzo di contrasto, la dose singola si raddoppia, 30 mSv in una volta, pari a 10 anni di radioattivita' naturale che secondo la tabella dei radiologi americani coincide, in questo caso, con un ''moderato'' aumento del rischio di ammalarsi di cancro durante la vita.
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