Una nuova strategia terapeutica contro il neuroblastoma, uno tra i tumori pediatrici piu' aggressivi. E' quella messa a punto dai ricercatori dell'Universita' Cattolica - Policlinico A. Gemelli di Roma, come riferisce lo stesso ospedale in una nota. La terapia innovativa consiste nell'associare, sin dall'inizio del trattamento del tumore, la radioterapia, utilizzando il composto 131-I-metaiodobenzilguanidina, alla chemioterapia classica gia' in uso contro il neuroblastoma.
La terapia e' stata testata con successo in uno studio pilota i cui risultati sono stati pubblicati on-line su ''Pediatric Blood and Cancer'', una prestigiosa rivista scientifica organo ufficiale della Siop (Societa' Internazionale Oncologia Pediatrica). Lo studio e' stato condotto dal dottor Stefano Mastrangelo, ricercatore dell'Unita' Operativa di Oncologia Pediatrica del Gemelli diretta dal professor Riccardo Riccardi, in collaborazione con l'Istituto di Medicina Nucleare della Cattolica di Roma.
I tumori maligni, tra i bambini, sono meno frequenti che fra gli adulti (i tumori pediatrici colpiscono 150 bambini per milione); tuttavia, dopo il primo anno di vita essi rappresentano la prima causa di morte in eta' pediatrica se si escludono gli infortuni, come ad esempio gli incidenti stradali. Nel corso degli anni sono stati fatti notevoli passi avanti in oncologia pediatrica e numerosi sono i casi di una definitiva guarigione. Purtroppo nel caso del neuroblastoma, uno dei tumori maligni pediatrici piu' frequenti, la prognosi e' ancora infausta. Il tumore si manifesta piu' spesso in forma metastatica gia' all'esordio e, nonostante l'impiego di protocolli terapeutici sempre piu' aggressivi, nessun progresso significativo e' stato compiuto ormai da molti anni e la percentuale di guarigione e' tuttora inferiore al 30%.
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