È «molto probabile» che l'epidemia di E. Coli sia legata a partite di semi di fieno greco importate dall'Egitto: lo ha annunciato oggi l'istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR), confermando così le conclusioni di uno studio congiunto pubblicato questa settimana da due autorità sanitarie europee. C'è una «grande probabilità» che la produzione di germogli con l'impiego di semi di fieno greco abbia causato l'epidemia, ha reso noto il BfR, che è il laboratorio di riferimento tedesco per il batterio E. Coli nel cibo. I semi di una determinata partita proveniente dall'Egitto, ha proseguito l'istituto, sono stati venduti attraverso un intermediario anche all'azienda della Bassa Sassonia al centro dello scandalo in Germania. I test del BfR sembrano confermare i risultati ottenuti finora dall'Autorità europea per la sicurezza del cibo (Efsa) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. I due istituti, infatti, hanno pubblicato uno studio congiunto secondo cui partite di semi di fieno greco importate dall'Egitto sarebbero state responsabili dell'epidemia in Germania e dei casi di E. Coli registrati in Francia.
L'Egitto: non siamo noi la causa dell'infezione
Le autorità egiziane però non ci stanno. Il capo del dipartimento per la quarantena presso il ministero dell'agricoltura, Ali Soliman,ha affermato che nessuna traccia del batterio è stata trovata finora nel paese ed ha negato che un partita di fieno greco egiziano siano all'origine dell'infezione da E.coli.
Ecdc: 4.125 casi in 13 paesi e 49 morti
Il bilancio si fa intanto pesante. I casi sono arrivati ormai a 4.125 in 13 Paesi europei, con 49 vittime. È quanto emerge dall'ultimo bollettino diffuso dall'Ecdc (European Center for Disease Prevention and Control), aggiornato a questa mattina. Il bollettino riporta 48 morti in Germania e un decesso in Svezia. Sempre in Germania i casi sfiorano i 4.000 (compresi 150 ancora sospetti). Mentre per i 16 soggetti contagiati in Francia, a Bordeaux, l'infezione da E. coli O104:H4 è stata confermata al momento per sei pazienti.
Coldiretti, danni per 25 milioni
Pesante anche il bilancio dei danni. Il calo dei consumi di ortaggi e frutta freschi causato dalla paura del batterio si sta ripercuotendo pesantemente sull'agricoltura italiana ed, in particolare, emiliano-romagnola. È quanto sostiente la Coldiretti regionale che ha scritto all'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni. Gli agricoltori chiedono in particolare di estendere i finanziamenti straordinari dell'Unione Europea anche al radicchio, lasciato fuori dall'elenco dei prodotti ammessi al sostegno. Secondo Coldiretti, sarebbe un errore formale perchè «si tratta di un prodotto a foglia come tutte le insalate e le bietole. Il prezzo del radicchio - fa sapere l'associazione con un comunicato - a causa dell'ingiustificato allarme è crollato rispetto allo scorso anno del 42%, esattamente come quello dei cetrioli. I produttori stanno vedendo svanire il risultato di una intera stagione con danni che per la sola Emilia-Romagna si aggirano attorno ai 25 milioni di euro». Coldiretti ha chiesto di inserire tra i prodotti che possono attingere ai contributi anche meloni, cocomeri, fagiolini freschi e sedani.
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