ECOSISTEMA MARINO. Presentati i dati del veliero di Legambiente. Tra le regioni più inquinate Calabria, Campania e Sicilia. Promosse Sardegna, Puglia e Toscana. L’assenza o il malfunzionamento dei depuratori nel mirino degli ecologisti.
Cemento, rifiuti, depuratori inadeguati e trivellazioni dei fondali marini sono i fattori che contribuiscono a rendere i nostri mari sempre più inquinati. Quest’anno in vetta alla classifica delle bandiere nere c’è la Calabria, seguita dalla Campania e dalla Sicilia. A testimoniarlo i risultati raccolti da Goletta Verde, storica campagna estiva di Legambiente che, navigando due mesi in quaranta zone costiere, ha monitorato la contaminazione microbiologica e le libertà che minacciano la bellezza e la salute dell’ecosistema marino. Le spiagge segnalate come critiche, a causa degli scarichi fognari, sono quelle dove i cittadini non rispettano il proprio territorio, versandovi rifiuti e reflui non depurati. Questa cattiva abitudine, di trattare il mare come discarica, contribuisce all’inquinamento microbiologico già aggravato da un inesistente, o spesso inadeguato, sistema di depurazione.
A peggiorare la situazione anche l’abusivismo edilizio. In Sicilia si sono registrate 682 infrazioni, seguite dalle 665 accertate in Calabria e dai 508 reati ambientali commessi in Campania. Un podio tutto meridionale che non sorprende perché si tratta di località dove sono stati realizzati gli ecomostri simboli del nostro Bel Paese. Basti pensare alle ville, mai finite, costruite dalla mafia con la complicità della pubblica amministrazione in Pizzo Sella, la “collina del disonore” di Palermo; alle trentacinque ville abusive di Capo Colonna in Crotone che, nonostante una sentenza di confisca, compromettono l’area archeologica; all’albergo di Alimuri a Vico Equense sulla penisola sorrentina; alle “villette degli assessori” sulla spiaggia di Lido Rossello a Realmonte in Agrigento e ancora il viallaggio abusivo di Torre Mileto nel comune di Lesina, in provincia di Foggia.
«Scarichi fognari illegali, cementificazione selvaggia delle coste e progetti energetici basati sulle fonti fossili sono i principali nemici del mare italiano - spiega Stefano Ciafani, responsabile scientifico nazionale di Legambiente -. Serve un green new deal per la tutela delle coste e per il rilancio dell’economia turistica del Belpaese, fondato sulla realizzazione di opere pubbliche davvero utili alla collettività. Si devono aprire nuovi cantieri per creare depuratori per quel trenta per cento di cittadini che ne è ancora sprovvisto, per migliorare un sistema fognario inadeguato a fronteggiare i picchi turistici estivi, per abbattere, a colpi di tritolo, gli ecomostri di cemento che deturpano le coste». Legambiente denuncia anche il mancato rispetto della direttiva europea 1991/271/CE sul trattamento delle acque reflue. I Comuni che non si sono adeguati alla normativa comunitaria sulla depurazione degli scarichi fognari si trovano tutti in queste tre regioni: novanta in Sicilia e ventidue in Calabria e Campania.
Nemiche delle nostre coste anche le trivellazioni petrolifere dei fondali marini. Da maggio 2011, nonostante il disastro causato dalla Bp nel Golfo del Messico, sono stati rilasciati ben venticinque permessi di ricerca per estrarre idrocarburi: dodici nel canale di Sicilia, sette nell’Adriatico settentrionale, tre nel mare tra Marche e Abruzzo, due in Puglia e uno in Sardegna. Se a questi si sommano anche le richieste per attività di ricerca petrolifera, il risultato finale è che circa 30.000 chilometri di costa (una superficie superiore a quella occupata dalla regione siciliana) potrebbero essere coinvolti in questo tipo di operazioni, rischiose sia per il turismo che per la pesca in caso di incidente, e non in linea con le nuove strategie di produzione energetica che dovrebbero sostituire quanto prima le fonti fossili con quelle rinnovabili.
«Per non aggravare una situazione già complicata - continua Stefano Ciafani - si abbandonino anche progetti insensati come la svendita ai privati delle spiagge con pericolosi diritti di superficie, la corsa alle trivellazioni off shore di petrolio o le ricorrenti proposte di condono edilizio, che costituiscono solo una seria ipoteca per la tutela dell’ecosistema marino e costiero, alla base del turismo di qualità, sempre più importante per il Prodotto interno lordo del nostro Paese». Esistono, però, anche esperienze positive come quelle registrate nelle regioni Sardegna, Puglia e Toscana, premiate per il loro impegno nella tutela delle coste e dei mari. Sono state inserite nella Guida Blu 2011 di Legambiente e Touring Club Italiano che segnala le località più pulite e belle d’Italia dove poter trascorrere vacanze nel pieno rispetto delle natura, immersi in acque cristalline.
Le tre regioni che hanno conquistato l’Oscar per il mare più limpido eccellono anche in ambito enogastronomico, paesaggistico, artistico e sopratutto ambientale. Tra le città sarde Goletta Verde segnala: Villasimius (Ca), Posada (Nu), Bosa (Nu) e Baunei (Og). In Puglia Ostuni e Otranto rientrano tra i lidi più sostenibili. In Toscana vincono Capalbio (Gr), Castiglione della Pescaia (Gr)e l’Isola di Capraia (Li). Un esempio da seguire è di sicuro l’impegno “verde” del comune di Capalbio, cui sono state assegnate cinque vele (massimo punteggio attribuito dalla Guida Blu) per aver realizzato un percorso didattico sulla duna costiera per educare e sensibilizzare cittadini e turisti sull’importanza di questo habitat, seriamente minacciato dall’azione antropica; per aver creato un pista ciclabile sul litorale; per aver investito sulle fonti rinnovabili e il risparmio energetico; per la valorizzazione dei prodotti tipici locali attraverso mercati e manifestazioni a chilometro zero e, infine, per il potenziamento della capacità di depurazione. A parte questi casi, però, la situazione descritta da Goletta Verde non è positiva. Tirando le somme su tutto il territorio nazionale: 146 zone costiere sono critiche (di queste circa l’ottanta per cento è fortemente inquinata) e 112 litorali presentano gravi problemi di depurazione. Cifre che lasciano pochi dubbi sulla necessità di difendere di più il nostro patrimonio marittimo.
fonte: http://www.terranews.it/news/2011/08/coste-italiane-senza-pace-il-bilancio-di-goletta-verde
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