Le autorità di Norvegia, Svezia e Finlandia hanno rilevato piccole concentrazioni dell'isotopo radioattivo iodio-131 nel nord della Scandinavia e danno la colpa all'impianto nucleare russo nella penisola di Kola, ma Mosca nega ogni responsabilità. Secondo quanto scrive il Barents Observer «La fonte dello iodio rimane sconosciuta». La Statens strålevern (Norwegian radiation protection authorities - Nrpa) assicura che «I livelli misurati non pongono alcun rischio per la salute».
Lo Iodio-131, è un isotopo radioattivo, la sua emivita è di circa 8 giorni ed il suo utilizzo principale è medico e nella farmaceutica. E' uno dei principali prodotti della fissione di uranio e plutonio che presenta rischi per la salute, come dimostrano le conseguenze subite dai partecipanti ai test nucleari degli anni '50 e dalle vittime del disastro nucleare di Chernobyl. Le centrali nucleari e altri impianti atomici producono costantemente il cosiddetto "sanctioned released of Iodine-131", e la presenza di tracce di iodio-131 in Scandinavia significano che da qualche pare deve esserci stata una situazione irregolare.
Le misurazioni dello iodio radioattivo nel nord della regione di Barents sono state effettuate alcuni giorni fa e i risultati sono stati resi noti il 31 gennaio con un comunicato stampa comune delle autorità nucleari di Finlandia, Svezia e Norvegia. La Nrpa dice che in 2 delle 6 centraline di misurazione nella contea del Finnmark, nel nord della Norvegia, è stato riscontrato un aumento dei livelli di iodio radioattivo. La Swedish radiation protection authority dice di aver trovato livelli di iodio-131 radioattivo molto bassi a Kiruna nel nord della Svezia. Le tre authority nucleari dicono di non essere state informate di eventuali rilasci di radioattività in tutto il nord Europa.Secondo i norvegesi «La fonte più probabile è un reattore o una isotope-source in un ospedale e le sostanze radioattive osservate sarebbero state trasportate per via aerea da sud-est, «Il che significa da, o attraverso, il territorio russo». Infatti non ci sono reattori nucleari nelle regioni settentrionali di Norvegia, Svezia e Finlandia, ma ci sono fonti radiologiche impiegate in impianti industriali e medici, ma le authority dicono che in nessuna di queste è stato trovato iodio-131.
La Finnish radiation and nuclear aafety authority (Stuk) in una nota spiega di aver misurato«Piccole quantità di iodio radioattivo (I-131) nei campioni di aria raccolti all'esterno da 16 al 23 gennaio in tutti i campionatori di sostanze radioattive trasportate dall'aria in Finlandia. Le quantità misurate di iodio erano dell'ordine di un milionesimo becquerel per metro cubo d'aria. Tali importi sono così piccoli che non pregiudicano la salute umana».
Ma questo non significa che gli scandinavi non siano preoccupati. Nel sud di Finlandia e Svezia ci sono le loro centrali nucleari, ma la Russia ha 9 centrali nucleari operative, delle quali 8 si trovano nella parte europea. Le due più occidentali sono quella di Leningrado, vicina a San Pietroburgo e di Kola, a nord del Circolo Polare Artico, nella regione di Murmansk. Rosenergoatom, l'operatore di stato nucleare russo, non fornisce notizie su qualsiasi tipo di rilascio di iodio-131 dalle sue centrali.
L'associazione ambientalista norvegese-russa Bellona è riuscita a contattare Atomflot a Murmansk, la base dei rompighiacci nucleari russi, che ha negato qualsiasi coinvolgimento nelle emissioni dello iodio. Ma Bellona fa notare che, proprio nei giorni in cui la Stuk ha registrato la presenza di Iodio-131, «Il 16 e 17 gennaio Atomflot era impegnata nell'avvio del reattore a bordo del rompighiaccio Rossiya. Il 18 gennaio, Atomflot ha avviato i reattori a bordo del rompighiaccio nucleare Taymyr e il 21 e 23 gennaio ha avviato quello a bordo del rompighiaccio nucleare 50 Years Victory».
Attività ci sono state anche tra il 15 ed il 23 gennaio a bordo della nave di servizio nucleare Lespe, che funge da stoccaggio galleggiante del combustibile nucleare esaurito russo e che gestisce scorie radioattive. Nella base di Atomflot erano in atto operazioni consistenti nella gestione di elementi del combustibile nucleare esaurito, ma non sarebbe stato registrato nessun aumento dei livelli di iodio-131.
L'addetta stampa della centrale nucleare di Kola, Viktoriya Nikorenko, ha detto a Bellona Murmansk che «Durante il periodo in cui lo iodio è stato scoperto, l'impianto stava lavorando in normale modalità operativa. La centrale nucleare di Kola non ha registrato aberrazioni». Ma naturalmente non si sa niente di possibili incidenti o malfunzionamenti a sottomarini o navi nucleari militari.
fonte:http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=14409
1 commento:
Preoccupante segnalazione...
sereno finire del giorno The Crow..
dandelìon
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