Qualcuno la considera responsabile della lunga vita delle donne, altri
la chiamano senza mezzi termini l'ormone della longevità. Di certo oggi
molti occhi sono puntati addosso alla relaxina, ormone prodotto durante
la gravidanza che ha come compito principale quello di "rilassare"
muscoli e ossa del bacino, preparando la pelvi al passaggio del bambino
nel canale del parto: stando infatti alle più recenti ricerche,
presentate a Firenze durante il convegno internazionale sulla relaxina (www.relaxin.it)
promosso dalla Fondazione per la Ricerca sulla Relaxina nelle Malattie
Cardiovascolari e altre patologie, l'ormone potrebbe aiutare contro
malattie come l'ictus, l'aterosclerosi, le cardiopatie.
MALATTIE CARDIOVASCOLARI – Gli studi presentati sull'argomento
cominciano a essere molteplici, ma va detto che la maggioranza è stata
condotta su numeri di pazienti abbastanza esigui e quindi la prudenza è
d'obbligo: prima di pensare a possibili applicazioni cliniche i dati
dovranno essere confermati e ampliati. Di certo l'orizzonte delle
prospettive sembra ampio: uno studio condotto su 36 pazienti che avevano
avuto un ictus, ad esempio, ha dimostrato che è possibile ottenere
miglioramenti considerevoli se alla riabilitazione si affianca un
trattamento a base di relaxina di origine animale; un'altra ricerca su
pazienti con problemi alla circolazione periferica ha provato che in tre
mesi l'ormone riduce il dolore intermittente che si manifesta
camminando, probabilmente grazie alla comparsa di nuove arteriole che
migliorerebbero la circolazione. È quanto è successo a un trentenne in
cura a Firenze, dal cardiologo Mario Bigazzi, candidato all'amputazione
di una gamba per colpa di un'arteriopatia e frequenti tromboflebiti: la
relaxina, inizialmente iniettata e poi data per bocca, ha fatto
migliorare le condizioni della gamba e delle ulcere e soprattutto ha
consentito la formazione di una nuova arteria, una specie di "bypass
spontaneo", al punto che non c'è stato bisogno di amputare.
MECCANISMI – La relaxina, secondo i ricercatori, agirebbe
dilatando i vasi sanguigni e migliorando perciò il passaggio del sangue
soprattutto in caso di ictus e infarto, quando le arterie vengono
“bloccate” da un trombo; l'ormone inoltre ridurrebbe l'attivazione delle
piastrine, con effetto antitrombotico, e stimolerebbe la produzione di
sostanze che facilitano la formazione di nuovi vasi sanguigni. Da qui a
pensare che sia un ormone con effetti cardiovascolari consistenti il
passo è stato breve, così come credere che sia responsabile della
maggiore longevità femminile visto che la relaxina si ritrova in circolo
a ogni ovulazione. E ci sono già aziende che hanno fatto partire le prime sperimentazioni cliniche:
uno studio che sarà presentato al prossimo congresso dell'American
Heart Association, a novembre, mostra una riduzione nella mortalità dopo
infarto nei pazienti trattati con relaxina. Si tratta però anche in
questo caso di dati preliminari, ottenuti seguendo i malati per appena
sei mesi: la prudenza quindi è d'obbligo, e prima di ritenere la
relaxina davvero "l'ormone della longevità" occorreranno ulteriori
conferme.
FONTE: http://www.corriere.it/salute/cardiologia/12_novembre_04/relaxina-ormone-allunga-vita_e1381cae-16d0-11e2-be27-71fc27f55c26.shtml
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