Spesso i rimedi «verdi» condizionano l'azione dei farmaci in misura significativa. Importanti gli effetti sulla coagulazione
Supplementi, medicinali a base di erbe, tisane, prodotti naturali di ogni genere possono essere utili e migliorare il nostro benessere, ma vanno presi con cautela: soprattutto se nello stesso tempo si stanno assumendo farmaci, le interazioni fra i diversi principi attivi si possono rivelare assai pericolose. Un concetto certo non nuovo, ma ribadito da una revisione degli studi sull'argomento pubblicata dall’International Journal of Clinical Practice, che sottolinea come le possibili interazioni fra erbe, supplementi dietetici e farmaci non debbano essere né sottaciute né ignorate, perché si stima che almeno metà dei pazienti con malattie croniche o tumori faccia uso di questi prodotti assieme ai medicinali prescritti (GUARDA).
Secondo l'indagine, erba di San Giovanni, gingko biloba, calcio e ferro sono le sostanze che più spesso provocano qualche problema serio, mentre echinacea, ioimbina e semi di lino sono i prodotti con la lista più lunga di possibili controindicazioni. Sul versante farmaci il maggior numero di interazioni si registra per acido acetilsalicilico, warfarina, insulina, ticlopidina e digossina. «Per lo più le interazioni provocano effetti negativi di intensità moderata; in un caso su quattro le conseguenze sono consistenti — tranquillizzano gli autori della revisione —. In quasi la metà dei casi i problemi derivano dal fatto che erbe e supplementi alterano i processi di assorbimento, distribuzione ed eliminazione del farmaco prescritto. Per lo più le conseguenze sono disturbi gastrointestinali (16 per cento), neurologici (14 per cento) o genitourinari (12 per cento).
Purtroppo, nonostante le prove sempre più numerose delle possibili interazioni e degli effetti collaterali che derivano dall'uso contemporaneo di erbe e farmaci, le conoscenze in merito sono tuttora incomplete». È d’accordo Catherine Ulbricht, farmacista al Massachusetts General Hospital di Boston, che, proprio per colmare queste lacune, ha pubblicato sulla rivista Alternative and Complementary Therapies un documento ad accesso libero in cui ha riassunto quel che si sa ad oggi circa le interazioni fra erbe, supplementi e farmaci e soprattutto ciò che è davvero indispensabile non ignorare. «Naturale non significa sicuro — ricorda Ulbricht —. Se qualcosa, di qualsiasi natura sia, ha un’azione terapeutica sul nostro organismo, può provocare anche eventi avversi o dare interazioni con altre sostanze. Purtroppo è difficile prevedere che effetti o interazioni possano comportare prodotti come gli energy drink, le barrette di integratori, gli alimenti funzionali. Alcuni dati su erbe e supplementi sono però noti ed è importante conoscerli».
Ad esempio, bisogna essere consapevoli che i pericoli maggiori li corrono i bambini, gli anziani (entrambi per via di un metabolismo diverso da quello degli adulti) e tutti coloro che soffrono di varie patologie e che quindi si curano con più di un medicinale. È a rischio anche chi non parla con il proprio medico di ciò che sta assumendo oltre ai farmaci prescritti: «Il medico deve essere sempre messo a conoscenza di tutto ciò che si prende, dalle erbe ai supplementi dietetici, così che si possano pianificare i mix più adeguati caso per caso e monitorare le potenziali interazioni. Parlare serve anche a capire da che cosa dipendono disturbi che altrimenti potrebbero restare inspiegabili» dice la Ulbricht.
Stando al documento dell'esperta bisogna ad esempio stare attenti agli effetti di erbe e supplementi sulla coagulazione del sangue, perché molte sostanze ampiamente usate come integratori, quali il gingko biloba, l'aglio o lo zenzero, aumentano il sanguinamento e possono essere pericolosi se si è in cura con anticoagulanti. «Chi prende queste erbe e ha in programma un intervento chirurgico inoltre deve interromperle almeno due settimane prima dell'operazione — osserva Ulbricht —. Il coenzima Q10 e la melatonina, così come i cibi ricchi di vitamina K (broccoli, spinaci) possono al contrario avere un effetto pro-coagulante e ridurre l'azione di farmaci come la warfarina.
Altro parametro da tenere sotto controllo quando si assumono erbe o integratori è la glicemia: moltissimi prodotti (dai semi di lino alla cannella, dal cacao alla liquirizia) agiscono sui livelli di glucosio e possono quindi interagire con i farmaci ipoglicemizzanti dei diabetici. Ci sono poi erbe che hanno effetti simili a quelli di alcuni ormoni e devono perciò essere assunte con cautela: è il caso ad esempio di soia, trifoglio, cimicifuga. Queste, così come gli integratori che contengono DHEA, devono essere prese valutando attentamente le interazioni con altre cure ormonali e comunque nella consapevolezza che possono avere effetti sull'equilibrio ormonale generale». L’esperta spiega che non sempre le interazioni di erbe e integratori fra loro o con i farmaci sono negative: a volte possono rivelarsi utili. se ad esempio un prodotto riduce la possibilità di effetti collaterali di un medicinale o ne rende possibile l'uso a un dosaggio inferiore. «Ciò che conta è essere consapevoli che le interazioni esistono anche facendo uso dei prodotti cosiddetti naturali: bisogna perciò tenere gli occhi aperti su qualsiasi sintomo insolito e informare sempre il medico curante di tutto ciò che si prende» conclude Ulbricht.
fonte:http://www.corriere.it/salute/13_gennaio_18/erbe-integratori-interazione-farmaci_b6bd3f08-5bf0-11e2-b348-07f13d8a1ca0.shtml
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