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giovedì 21 marzo 2013

Moria delle api: il Parlamento Europeo non mette al bando i pesticidi killer

 La mortalità delle api è ancora un indicatore che documenta il benessere ecologico ed economico del paese. Attraverso l’impollinazione le api sostengono la vita dell’84% delle piante, e del 75% di quelle di interesse alimentare. In Italia si stimano un milione e 100mila alveari, gestiti da circa 75.000 apicoltori, per un valore economico di circa 1.500 milioni di euro all’anno. Così, mentre l’Autorità europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) è impegnata in alcuni progetti scientifici per esprimersi sul legame fra alcuni agrofarmaci sistemici (su tutti gli insetticidi neonicotinoidi) e la moria delle api, sono stati pubblicati diversi e autorevoli studi che dimostrano inequivocabilmente tale legame.

Gli insetticidi neonicotinoidi sono una delle principali cause della disastrosa moria delle api, e questo è confermato anche dai dati della ricerca che il ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha affidato al Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura), coordinata da Marco Lodesani. Certo alla moria delle api contribuiscono anche fattori di ambientali, come il cambiamento climatico o gli stress nutrizionali, o la scelta di ceppi d’api non autoctone, ma da quando il ministero della Salute ha sospeso l’uso dei neonicotinoidi per la concia di sementi, soprattutto del mais nel Nord Italia, la moria è considerevolmente diminuita. Perciò è importante che tale sospensione, in scadenza al 30 di giugno 2012, sia prorogata. E anzi occorre vietare definitivamente l’uso dei neonicotinoidi (di cui eravamo fra i primi utilizzatori in Europa), non solo nella concia del mais, ma anche in tutte le altre colture dove sono impiegati in spray o nella fertirrigazione.

Tanto più questi insetticidi non aiutano nemmeno ad aumentare le produzioni, come attestano i dati degli ultimi anni. “Dal 2002 al 2008 il calo della produzione nazionale di miele è arrivato progressivamente al 50%” dice Francesco Panella, presidente Unaapi (Unione nazionale apicoltori italiani): “Dopo la sospensione dei neonicotinoidi, invece, siamo ritornati alle nostre produzioni. Oggi, nonostante la crisi, l’apicoltura è uno dei pochi settori dove le aziende stanno crescendo”.

“C’è poco da discutere su questi insetticidi” commenta Vincenzo Girolami, docente di entomologia agraria all’Università di Padova:  “Servono solo ad aumentare il budget delle multinazionali e non le produzioni. Da quando sono stati sospesi per la concia del mais, la produzione del mais stesso è aumentata in modo incredibile. È da trent’anni che mi batto perché gli agricoltori siano abbastanza furbi da non usarli. Ora sul fattore della mortalità delle api interverrà l’Efsa, che la gente pensa sia un autorità europea indipendente, ma questo non mi lascia affatto tranquillo: metà dei miei colleghi ricercatori non sono veramente indipendenti ma sono in pratica pagati dalle multinazionali, tanto in Germania quanto in Inghilterra”. Perfino il pm Raffaele Guariniello, della Procura della Repubblica di Torino, è intervenuto nella vicenda mesi fa, conducendo un’inchiesta e accusando la Bayer CropScience di Milano e la Syngenta Crop Protection Italia di “diffusione di malattie degli animali pericolose per il patrimonio zootecnico e per l’economia nazionale”. Insomma la ricerca del Cra e di tutte le università che vi hanno collaborato, ha portato finalmente alla creazione di una rete di monitoraggio nazionale degli alveari e del loro stato sanitario: da ciò si è visto che per salvare le api, e dunque l’agricoltura, bisogna cambiare i metodi di lotta agli insetti dannosi. Oppure tornare a far ruotare le colture.




Moria delle api e Pesticidi killer. La proposta di abolire per due anni l'impiego di pesticidi neonicotinoidi, dei veri e propri killer in grado di minacciare la sopravvivenza delle api, avanzata da parte della Commissione Europea, non ha ricevuto piena approvazione da parte dei 27 Paesi membri dell'Unione Europea. Ci troviamo, dunque, al momento in una fase di stallo.

L'Italia si è pronunciata a favore del bando, insieme ad altri 12 Stati. Sono 9 in totale i Paesi che si sino dichiarati contrari e 5 gli astenuti nel corso della riunione tenutasi in proposito a Bruxelles lo scorso 15 marzo. Tra i Paesi che hanno deciso di non esprimere la propria opinione vi sono Germania e Gran Bretagna, la cui futura eventuale presa di posizione potrebbe sbloccare la situazione attuale.

Oltre all'Italia, tra i Paesi UE che si sono già espressi come favorevoli al bando di due anni dei pesticidi neonicotinoidi vi sono Francia, Spagna, Olanda e Polonia. Il bando dei neonicotinoidi, anche se temporaneo, permetterebbe di salvare dallo smembramento e dalla morte inevitabile intere colonie di api presenti sul territorio europeo.

La Commissione Europea ha dovuto prendere atto di come una maggioranza qualificata non sia stata al momento raggiunta, ma ciò non dovrebbe significare che la battaglia per la salvezza delle api debba essere considerata persa. Si teme che le lobby dei produttori di pesticidi possano influenzare le future decisioni in proposito. Tra le aziende coinvolte vi sono Bayer e Syngenta. Il bando era da considerarsi rivolto nei confronti di tre pesticidi da esse prodotti, midacloprid, clothianidin e thiamethoxam, che - per quanto riguarda esclusivamente la concia delle sementi - risultano già vietati in Italia.

In Italia il loro divieto di impiego per la concia delle sementi rimarrà effettivo fino a giugno 2013 ed era stato introdotto in precedenza in attesa delle decisioni a livello europeo. La pericolosità dei pesticidi neonicotinoidi per le api era stata evidenziata da parte dell'EFSA. Alle tre sostanze è infatti stato associato tramite apposite ricerche un elevato rischio acuto, nel momento in cui le api entrino a contatto con esse.

Che cosa accadrà ora? La Commissione Europea potrò decidere di presentare una nuova proposta, oppure di mantenere la proposta attuale, sottoponendola ad un più elevato organo di rappresentanza degli Stati membri. Le evidenze scientifiche riguardanti la pericolosità dei neonicotinoidi sono chiare, la speranza è che l'Italia stessa e la Commissione Europea non si lascino piegare dalla pressione di aziende quali Syngenta e Bayer, così come sottolineato da parte di Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace.


fonte: http://www.greenme.it/informarsi/agricoltura/9967-moria-api-parlamento-europeo



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