“Basta pane avvelenato”. Un cartellone con tre parole per dire ‘No’ al deposito delle scorie nucleari in Sardegna: e’ il grido di battaglia di associazioni e comitati per presentare le due giornate di mobilitazione in programma l’1 e 2 aprile in vista del giorno della pubblicazione dell’elenco dei siti. “E’ una battaglia che combatteremo ogni giorno (annunciato Bustianu Cumpostu, leader di Sni, in rappresentanza del comitato No nucle)
In poco tempo la petizione "No al sito delle scorie nucleari in Sardegna", promossa da Sardigna Libera, ha raggiunto 7.935 firme. E' diretta al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ai ministri dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, e dello Sviluppo economico, Federica Guidi, al presidente della Regione Francesco Pigliaru e agli assessori Industria, Maria Grazia Piras, e dell'Ambiente, Donatella Spano.
Nella petizione "si diffida il governo italiano dal prendere in considerazione qualsiasi ipotesi di transito e stoccaggio di scorie radioattive nel territorio sardo" e si invita la Regione e i suoi organi preposti "a vigilare sulla tutela ambientale del nostro territorio e sulla salute dei cittadini, e a respingere concretamente qualsiasi iniziativa che possa identificare la nostra isola come possibile pattumiera nucleare nel Mediterraneo".
Sardigna Libera ricorda che "il popolo sardo, a maggioranza, ha espresso la sua contrarietà sul nucleare con il referendum del 13 giugno 2011".
Il deposito- spiegano i movimenti in un volantino – costituiscono un pericolo permanente, rappresentano un danno all’immagine dell’isola. Non solo, c’e’ anche il fattore salute: “I primi a pagare saranno i bambini”.
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