Nonostante gli accordi di Parigi, non c'è nessun segnale di abbassamento dei livelli. Il Wmo: nel 2018 la CO2 ha toccato le 407,8 ppm.
Nuovo record dei livelli di gas serra. “Impatti sempre più gravi sui cambiamenti climatici” Nuovo record dei livelli di gas serra. “Impatti sempre più gravi sui cambiamenti climatici” È quanto si legge nel bollettino dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) pubblicato oggi. Inoltre "non vi è alcun segno di rallentamento, per non parlare di un calo", afferma il segretario generale dell’Omm, Petteri Taalas di F. Q. | 25 NOVEMBRE 2019 Altro nuovo record dei livelli di gas serra. È quanto si legge nel bollettino dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) pubblicato oggi. Questa tendenza a lungo termine, dicono gli esperti, si traduce in “impatti sempre più gravi dei cambiamenti climatici, con temperature in aumento, condizioni meteo più estreme, stress idrico, innalzamento del livello del mare e perturbazione degli ecosistemi marini e terrestri”. Inoltre “non vi è alcun segno di rallentamento, per non parlare di un calo”, afferma il segretario generale dell’Omm, Petteri Taalas. L’Omm aveva lanciato l’ennesimo allarme due mesi fa in occasione del Summit Onu a New York sul clima: un bollettino di guerra. Il riscaldamento climatico accelera e con esso gli effetti devastanti che trascina dietro di sé: nuovi record di temperatura in molti Paesi accompagnati da incendi senza precedenti, innalzamento del livello del mare, perdita di ghiacci, eventi estremi. Tanto che il quinquennio ancora in corso, 2015-2019 (dati fino a luglio scorso), si candida al lustro più caldo mai registrato con +0,2 gradi rispetto al 2011-2015, mentre la temperatura media globale è aumentata di 1,1 gradi dal periodo preindustriale. Senza contare la crescita dei gas serra con un tasso del più 20 per cento per la Co2 rispetto ai cinque anni precedenti.
A preoccupare gli esperti è anche la concentrazione di metano (CH4), il secondo gas serra di lunga durata più presente e il ossido di diazoto (N2O), le cui emissioni risultano aumentate al di sopra della media annuale. I picchi di concentrazione sono da ricollegare all'attività umana per il 60% delle emissioni di metano (allevamenti, coltivazione di riso, sfruttamento di combustibili fossili, discariche, ecc.) e il 40% del diossido di diazoto (fertilizzanti, processi industriali, ecc.). Entrambi i gas svolgono anche un ruolo nell'assottigliamento dello strato di ozono della stratosfera che ci protegge dai danni dei raggi UVA emessi dal sole.
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