Si è trasmesso all'uomo dai serpenti il virus cinese 2019-nCoV. Attraverso gli animali il virus, trasmesso dai pipistrelli, si sarebbe ricombinato e poi passato all'uomo. Lo indica l'analisi genetica pubblicata sul Journal of Medical Virology da Wei Ji, Wei Wang, Xiaofang Zhao, Junjie Zai, e Xingguang Li, delle università di Pechino e Guangxi. La ricerca è stata condotta su campioni del virus provenienti da diverse località della Cina e da diverse specie ospiti.
Uno studio appena pubblicato sembrerebbe suggerire sulla base dei dati genetici, che il 2019-nCoV cinese sia il risultato di un rimescolamento di geni tra un virus dei pipistrelli e uno dei serpenti.
Le analisi genetiche aggiungono così una tessera fondamentale al mosaico della composizione genetica del virus 2019-nCoV, nel quale finora era chiaramente riconoscibile solo la sequenza della parte di virus ereditata dai pipistrelli e identificata fin dall'inizio come appartenente alla famiglia dei coronavirus, la stessa che comprende il virus della Sars, comparso nel 2002, e della Mers, del 2015; restava da risolvere il mistero della provenienza dell'altra metà del virus.
Il virus arrivato all'uomo dai serpenti Come è accaduto in passato con i virus dell'influenza aviaria e con la Sars, anche questa volta l'indice è puntato sui mercati di animali vivi molto comuni in Cina, dove accanto agli animali allevati nelle fattorie e ai pesci si vendono animali selvatici, come serpenti e pipistrelli. «I risultati della nostra analisi evoluzionistica suggeriscono per la prima volta che il serpente è il più probabile animale selvatico serbatoio del virus 2019-nCoV», scrivono i ricercatori.
Spieghiamo. Sia il virus della SARS (parente stretto di nCoV) che quello della MERS si sa che in natura sono ospitati da alcuni generi di pipistrelli e da questi sono passati ad altri mammiferi (zibetto SARS, dromedario MERS) e da lì all'uomo. Ogni passaggio di specie (cioè da un animale all'altro, uomo incluso ovviamente), comporta un adattamento del virus che si riflette in cambiamenti della sua informazione genetica. Paragonando quindi il genoma di nCoV con quello dei coronavirus animali, si può ricostruire, sulla base delle somiglianze, un possibile percorso evolutivo.
Adesso è chiaro che il virus 2019-nCoV è un mix di un coronavirus proveniente dai pipistrelli e di uno che arriva dai serpenti e che da questi ultimi sarebbe passato agli esseri umani, adattandosi al nuovo ospite e acquisendo la capacità di trasmettersi da uomo a uomo. Ricombinandosi geneticamente nei serpenti, quindi, il nuovo virus ha fatto il cosiddetto 'salto di speciè, acquisendo nuovi recettori che gli permettono di legarsi alle cellule del sistema respiratorio umano. «Le nuove informazioni ottenute dalla nostra analisi evoluzionistica - rilevano i ricercatori - sono molto importanti per il controllo dell'epidemia causata dalla polmonite indotta dal virus 2019-nCoV».
Il cocktail di virus Lo studio in questione ha evidenziato un rimescolamento a livello della proteina di superficie del virus, importante per l'infezione (è la chiave molecolare che apre la "porta" della cellula per fare entrare il virus e di solito è specifica per una determinata specie ospite), tra il gene presente nei virus dei pipistrelli e il gene di un coronavirus sconosciuto, che sembrerebbe essere molto affine ai coronavirus dei serpenti. Ovviamente è un risultato che deve essere confermato da un'analisi più approfondita, ma l'ipotesi interessante è che il virus mutato circolasse nei serpenti, note prelibatezze della cucina cinese, e dalla manipolazione di animali per il consumo umano sia passato all'uomo. Ma come è arrivato ai serpenti un pezzo di virus dei pipistrelli? Forse in modo analogo a come è arrivato quello dei serpenti all'uomo: mangiandoli. I pipistrelli sono cacciati da alcune specie di serpenti e questo potrebbe aver favorito la commistione dei due virus. Questi "cocktail" virali non sono un fatto nuovo. E' quello che in modo analogo accade per le pandemie di influenza: un virus aviario e un virus umano coinfettano un suino e si scambiano i geni, generando nuovi ceppi che possono passare all'uomo.
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